lunedì 23 marzo 2009

Sono stato sospeso dal servizio dalla Polizia di Stato

Cari amici, poco fa mi è stata notificata la sospensione dal servizio dalla Polizia di Stato.
Col provvedimento di sospensione dal servizio mi sono stati ritirati il tesserino, la pistola e le manette.
Il provvedimento è fondato sulla mia replica al giornalista Gianluigi Nuzzi di Panorama, che mi aveva dato del bugiardo su facebook. Il mio amico Marco Bertelli ha ripreso la chat, pubblicandola sul mio blog “Legittima difesa”.
Il senso dello Stato ed il rispetto che ho per le Istituzioni mi impongono di tacere e subire in silenzio.
Sono vicino e solidale con chi in questo momento, probabilmente, è sottoposto a pressioni politiche assai maggiori delle violenze e delle mistificazioni che sto subendo io.
Confermo da cittadino e da poliziotto la mia assoluta stima e subordinazione al Capo della Polizia – Prefetto Antonio Manganelli – che ha adottato il provvedimento di sospensione.
Mi difenderò nelle sedi istituzionali senza mai perdere la mia fiducia nella Giustizia e nelle Istituzioni.
Vi ringrazio di tutto e spero che le mie sofferenze servano al trionfo della Verità ed alla vittoria dei giusti.
Un forte abbraccio per tutti quanti mi siete stati e mi sarete vicini!
Gioacchino Genchi

giovedì 19 marzo 2009

Auguri a tutti i papà, in una Patria che ormai sembra rimasta orfana ... L'affetto e l'abbraccio dei miei figli mi consola e mi aiuta a combattere

Botta e risposta tra Gioacchino Genchi e Gianluigi Nuzzi su FACEBOOK (19 marzo 2009)
di Marco Bertelli (dal sito http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1190:botta-e-risposta-tra-gioacchino-genchi-e-gianluigi-nuzzi-su-facebook&catid=20:altri-documenti&Itemid=43)
Facebook, il popolare sito di social network, sta diventando uno strumento molto comodo per scambiarsi informazioni ed organizzare iniziative a partire dalla rete. Vogliamo prestare all´attenzione degli utenti del sito uno scambio di battute che si é svolto giovedì 19 marzo 2009 tra il dott. Gioacchino Genchi ed il giornalista di PANORAMA Gianluigi Nuzzi, scambio di battute che ha avuto luogo sulla bacheca di Facebook dei due interlocutori e pertanto pubblico e visibile a tutti i loro rispettivi contatti. Vista la grave mistificazione fatta da diversi organi istituzionali e di stampa sull´operato del dott. Genchi, riteniamo giusto pubblicare le parti più significative di questo colloquio per far capire quanto siano false ed infondate le più recenti accuse che vengono mosse al dott. Genchi, nel caso particolare quelle di aver fatto degli accessi abusivi all´anagrafe tributaria nell´ambito delle indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone.
Il dott. Genchi ha postato in mattinata sulla sua bacheca di Facebook il seguente messaggio di auguri per la festa del papà:

"Auguri a tutti i papà, in una Patria che ormai sembra rimasta orfana ... L'affetto e l'abbraccio dei miei figli mi consola e mi aiuta a combattere"

A stretto giro di posta Gianluigi Nuzzi replicava agli auguri del dott। Genchi con il seguente commento:
"Ricambio gli auguri...seppur mal tollerando alcune tue bugie..."

La replica del dott। Genchi seguiva di pochi minuti:
"Le bugie sono solo quelle che scrivi tu e il tuo giornale, solo al servizio di chi vi paga."

Gianluigi Nuzzi rispondeva:
"Troppo facile Gioacchino, mi aspetto di più , che bugie avrei scritto? Invece ricordo perfettamente che a me e David negli studi di Telelombardia negavi di aver compiuto accessi patrimoniali, ora sei indagato anche per questo no?"

Ed ecco la replica conclusiva del dott. Genchi che fa piazza pulita di ogni fantomatica "bugia":
“Vedo che sei bene informato! Sicuramente sei più informato di me, visto che alla stampa la Procura della Repubblica di Roma ha fatto sapere più di quanto non ha detto a me. Non c'è una sola mia attività di consulenza o di perizia - dicasi una - in cui mi sono mai occupato di indagini patrimoniali o fiscali. Non ne capisco nulla di indagini patrimoniali e/o fiscali e non ho mai fatto mistero della mia ignoranza. Conosco solo il mio lavoro, che è noto a tutti. Per il resto non sono mai stato un tuttologo. Se fossi un esperto di diritto tributario e fiscale non pagherei, come pago, tre consulenti, per occuparsi della gestione delle mie attività. Ciò posto ti preciso di avere solo verificato la corrispondenza di alcuni codici fiscali, con i quali risultavano intestate alcune schede telefoniche GSM. Sai benissimo quanto è facile generare un codice fiscale falso, anche con uno dei tanti programmi distribuiti su Internet. Sai pure quant'è facile attivare una scheda GSM con un codice fiscale falso. L’unico modo per verificare la corrispondenza al vero di un codice fiscale e la reale esistenza del soggetto che assume di essere titolare, è l’interrogazione delle banche dati (pubbliche) dell’anagrafe tributaria. Io ho solo fatto questo, sempre e soltanto su specifica e dettagliata autorizzazione di tutti i magistrati che mi hanno conferito gli incarichi, compresi quelli della Procura della Repubblica di Roma, con i quali ancora lavoro in indagini molto complesse, riguardanti anche degli omicidi. Non potendomi attaccare su altro, grazie ai tuoi amici generali della Guardia di Finanza su cui stavo indagando, hanno cercato su cosa fregarmi, visto che il Pubblico Ministero Luigi de Magistris (come tutti i Pubblici Ministeri ed i Giudici di Italia), mi aveva autorizzato ad accedere all’anagrafe tributaria, per verificare i codici fiscali delle utenze telefoniche. Grazie a questa scusa hanno avuto gioco facile per perquisirmi e portarsi via tutti i miei dati, compresi quelli che li riguardavano direttamente, senza nemmeno contestarmi quali codici fiscali io avrei interrogato abusivamente, senza averne titolo. Nel decreto c’è scritto che io avrei interrogato i codici fiscali di soggetti di Milano che non potevano avere alcuna attinenza con le indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Tutti sanno gli sforzi investigativi che sono stati fatti proprio su Milano nel vano tentativo di rintracciare la bambina. La vicenda del filmato del metronotte, le indagini sui rom lo confermano. Tutto questo è un assurdo. Penso al dolore che ha potuto provare la povera Piera Maggio, solo per il fatto di come l’indagine della Procura di Marsala (vedi caso!) sulla scomparsa della figlia, sia stata presa a pretesto per colpirmi. Prima – se ben ricordi, visto che anche su queste fesserie avete scritto sul tuo giornale – mi erano stati contestati gli accessi abusivi alla Vodafone con la password della Procura di Marsala. Resisi conto delle stupidaggini che avevano detto (anche gli “scienziati” del COPASIR) hanno fatto marcia indietro e non hanno più parlato della Vodafone e di quanto gli interessati dirigenti di quell’azienda avevano riferito. Adesso, visto che gli aspetti principali delle indagini di Catanzaro coinvolgevano alti ufficiali della Guardia di Finanza, hanno cercato di giocare in casa, con i presunti accessi abusivi all’anagrafe tributaria, senza che mi sia stato contestato concretamente un solo nome e/o un solo codice fiscale che io avrei “abusivamente” interrogato, accedendo ad un dato pubblico per ogni cittadino italiano che volesse farlo. Nessuno alla Procura di Roma, però, si è accorto come vi siete procurati al tuo giornale i dati dei miei redditi (sui quali ho pagato anticipatamente le tasse) che invece erano riservati e che sono stati resi noti solo grazie ad una illecita intromissione negli archivi dell’anagrafe tributaria. Chiedi quindi ai tuoi amici della Guardia di Finanza cosa sono gli accessi abusivi all’anagrafe tributaria e come si fanno. Con l’occasione chiedigli pure chi ha fatto gli accessi sulle mie denunzie dei redditi e su quelle dei miei onesti familiari. Se lo fai farai uno scoop e sarai un giornalista che vuole solo ricercare la verità e non rendere il proprio servizio al padrone di turno che gli somministra lo stipendio.
Con questo ti saluto, solo perché ho perso troppo tempo ed ho cose più importanti da fare. Siccome ti stimo, perché so che sei un bravo giornalista, ti prego di ritirare l’epiteto di bugiardo che mi hai dato. So pure che la tua coscienza te lo impone, perché anche dietro un cronista come te (sicuramente bravo) c’è un uomo coi suoi sentimenti e le sue idealità.
Per come ti ho conosciuto e ti conosco (e per come ti ho pure apprezzato) so che su molte cose la pensiamo allo stesso modo. Io, però, ho la grande fortuna di essere un uomo libero ed indipendente, che dice le cose che pensa e non ha paura delle cose che fa. Tu, purtroppo, non hai potuto avere la mia stessa fortuna ed in questo hai tutta la mia comprensione e solidarietà, anche se ora sei costretto ad attaccarmi, pure su facebook.
Gioacchino Genchi
p.s. Tanti auguri comunque, visto che anche tu, Gianluigi, sei un fortunato papà, come lo sono io!

mercoledì 18 marzo 2009

Il dr. Luigi de Magistris è indagato a Roma con i Pubblici Ministeri di Salerno … siamo alla frutta!

De Magistris indagato a Roma con pm Salerno. Atto dovuto dopo denunce presentate da magistrati Catanzaro Roma, 18 mar। (Apcom) - Luigi De Magistris indagato dalla Procura di Roma per i reati di abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio, insieme con sette pm di Salerno, tra cui l'ex procuratore Luigi Apicella. Il fascicolo, su cui stanno lavorando gli inquirenti della Capitale, è stato trasmesso a Roma da Catanzaro. I giudici territorialmente competenti sarebbero stati quelli di Napoli ma visto che lo stesso De Magistris è impegnato al tribunale del riesame del capoluogo campano, si è imposto l'invio degli atti nella Capitale. De Magistris che si è candidato con l'Italia dei valori per le prossime elezioni europee, era stato già indagato a Salerno, sulla base delle denunce presentate anche dal procuratore capo di Catanzaro, Mariano Lombardi. Tra gli esposti che erano stati posti all'esame dei giudici salernitani anche quelli di alcuni indagati nell'ambito delle inchieste 'Poseidon' e 'Why not'. 18-MAR-09 - ore 17:3

domenica 15 marzo 2009

Trovato il mostro: è Genchi


Zorro
l'Unità, 15 marzo 2009
di Marco Travaglio


Trovato il mostro: è Genchi
Alla Procura di Roma, come pure nel Ros dei Carabinieri, lavorano anche magistrati e investigatori di prim’ordine. Ma ci vorrebbe la penna di un Camilleri per raccontare il tragicomico “caso Genchi”. Genchi, per le sue consulenze per le Procure di Catanzaro e di Marsala svolte a Palermo, è indagato e perquisito dalla Procura di Roma, che non ha competenza a occuparsi di eventuali reati commessi a Catanzaro, a Marsala e a Palermo. La perquisizione è affidata al Ros, noto a Palermo per non essere riuscito a perquisire (anzi per essere riuscito a non perquisire) il covo di Riina nel ‘93 e quello di Provenzano nel ‘96. Stavolta finalmente ci è riuscito: dipende dal nome dell’indagato. I pm romani sostengono di aver preso solo atti relativi a “Why Not”. Bugia: il Ros ha asportato l'intero server del consulente, con gli originali di indagini riservatissime di numerose Procure, anche su uomini del Ros. A denunciare Genchi, oltre ai magistrati di Catanzaro (indagati a Salerno grazie anche al lavoro di Genchi), è stato Alberto Di Pisa, neo procuratore di Marsala, dove Genchi lavorava sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Di Pisa era un nemico acerrimo di Falcone, sulla cui morte Genchi ha indagato a lungo. La Procura di Roma che indaga su Genchi è la stessa che ha usato e usa tuttora Genchi come consulente; e che tiene in carcere, con accuse che cambiano ogni mezz’ora, due rumeni arrestati per lo stupro che non han commesso alla Caffarella. Modesta proposta: nominare Genchi consulente per scoprire lo stupratore; oppure incriminare Genchi per lo stupro della Caffarella.

Precisazione all'articolo di Marco Travaglio, che ringrazio (a scanso di fraintendimenti...) .
A me non risulta, allo stato, alcuna denuncia del Procuratore della Repubblica di Marsala dr. Alberto Di Pisa, che ha pure rilasciato alla stampa una dichiarazione sul punto.
Vedremo, quando me ne sarà data la possibilità, come stanno le cose.
La Procura di Roma mi ha pure impedito di prendere contezza del rapporto del ROS, che i giornali hanno pubblicato a spezzoni in modo strumentale, ricevendolo sicuramente da pubblici ufficiali e/o magistrati che ne erano in possesso e che erano tenuti a mantenere il segreto.
Quel segreto, però, vale solo per me, per impedirmi di difendermi ed espormi al linciaggio morale di interessati detrattori.
Sono accusato di condotte inconsistenti, grazie alle quali i magistrati della Procura di Roma - palesemente incompetenti - hanno sequestrato atti riservatissimi di indagini (riguardanti anche magistrati della stessa Procura di Roma), svolte in modo legittimo e sotto il controllo di Pubblici Ministeri e di Giudici, per conto di altre Autorità Giudiziarie dello Stato।

Quanto riportato da “il Velino” – portavoce della Procura della Repubblica di Roma - che ha puntualmente anticipato ogni iniziativa giudiziaria contro di me, contro il dr. Luigi de Magistris e contro le indagini di Catanzaro, è del tutto falso.
"La procura della Repubblica di Roma precisa: “La perquisizione presso la casa-ufficio a Palermo del vicequestore Gioacchino Genchi, disposta oggi dalla procura di Roma, riguarda esclusivamente l’inchiesta ‘Why not’ e gli accessi indebiti presso l’anagrafe tributaria”. E aggiunge: “Non saranno acquisiti o minimamente toccati dati e informazioni relativi alle consulenze e alle perizie che Genchi ha ottenuto rispettivamente dalle altre procure d’Italia o da altri giudici. Il tutto nel rispetto della segretezza delle indagini preliminari, tanto che agli operanti che hanno effettuato la perquisizione è stato precluso ogni accesso”. “La perquisizione è finalizzata alla verifica circa l’eventuale acquisizione di dati relativi ai tabulati di parlamentari raccolti in violazione della legge Boato” e di “dati su utenze di appartenenti ad esponenti dei servizi di sicurezza in violazione delle procedure previste dalla legge vigente per la formale opposizione del segreto di Stato e per la sua conferma o meno da parte della presidenza del Consiglio”. http://ilvelino.it/articolo.php?Id=796201



Vedremo chi ha scritto sotto dettatura nel tempo i pezzi de “il Velino”, di Jannuzzi e, in particolare,del giornalista Vittor Ugo Mangiavillani, che ha firmato anche l’agenzia delle 19.14 del 13-03-2009. Quando ho dichiarato “hanno buttato la maschera” non mi ero affatto sbagliato e questo lo confermo. Ci sarà un bel da ridere ... per non piangere!

Gioacchino Genchi

martedì 3 marzo 2009

Dopo Rutelli, Gasparri e Farina, la staffetta del mio linciaggio è ripassata a Cicchitto

Dopo gli attacchi di Rutelli, di Gasparri e di Farina, la staffetta del mio linciaggio è oggi passata oggi all’on. Fabrizio Cicchitto.
Proprio Cicchitto, forse tenendo fede alla sua prima "tessera", spinge la Procura di Roma ad agire contro di me, utilizzando ancora le colonne de “il Velino” (vedi, in basso, il testo dell’agenzia delle 13:21).
Proprio da “il Velino” - vedi caso – sono partiti con significativa coincidenza temporale i primi attacchi nei miei confronti e nei confronti del dr. Luigi de Magistris, con l’agenzia delle 18:29 del 03-10-2007, puntualmente ripresa il giorno successivo da Paolo Pollichieni su “Calabria Ora”, da Guido Ruotolo su "La Stampa" e da Renato Farina su "Libero" .
Proprio nei confronti di ben precisi giornalisti de “il Velino” e di “Calabria Ora” - sulla base di circostanziate dichiarazioni testimoniali e incontrovertibili riscontri documentali - erano stati indirizzati gli accertamenti del Pubblico Ministero de Magistris, poco prima che gli stessi giornalisti montassero la campagna mediatica contro l’indagine e contro chi la stava seguendo.
Quegli articoli – dopo gli interessati tentativi di Mastella - hanno dato il destro al Procuratore Generale facente funzioni di Catanzaro (Dolcino Favi) per avocare l’indagine “Why Not” al dr. Luigi de Magistris e poi revocarmi l’incarico di consulenza.
Proprio quegli articoli (con le falsità sull'acquisizione dei tabulati del Presidente del Senato Marini, dei magistrati Spataro, Gennaro e Saviotti, del Vice Presidente del C.S.M. Mancino, dell’ex Ministro dell’Interno Amato, dell’ex Capo della Polizia De Gennaro e di tanti altri), infatti, sono stati citati (a pretesto) dal dr. Favi nel provvedimento di avocazione dell’indagine al P.M. de Magistris ed in quello di revoca della mia consulenza.
Frattanto Renato Farina (l’agente “Betulla”) è stato radiato dall’ordine dei giornalisti e, come premio per i suoi prodigi, designato dal PDL alla Camera dei Deputati, dove siede dal 29 aprile 2008.
Da membro della Camera, proprio il deputato Renato Farina (mi scuserà, ma mi riesce difficile chiamarlo “Onorevole”), non a caso, oggi mi accusa di essere una “spia” ed ha proposto una commissione di inchiesta contro di me. In poche parole è come il bue che dice cornuto all’asino.
Io ho molto rispetto del Parlamento e ancora di più ne ho del popolo italiano che lo ha eletto.
Però, non posso non convenire con i tanti che la pensano come me che, se non vi fosse stato questo sistema elettorale con le designazioni e le cooptazioni nominative delle segreterie dei partiti, molti dei parlamentari farebbero ben altro nella vita, visto che non sarebbero nemmeno riusciti ad essere eletti negli organi di rappresentanza del condominio dei palazzi dove abitano.
A proposito delle cooptazioni elettorali mi ricordo ancora la meraviglia di mio figlio, quando a scuola ha appreso che Caligola aveva nominato senatore il proprio cavallo Incitatus.
Quando gli ho spiegato il sistema elettorale italiano mio figlio si è finito di meravigliare per Caligola.
A parte l’assurdo di questo sistema elettorale, nella vicenda che mi riguarda molti sono stati costretti a far cadere la maschera e questo mi conforta (più della correttezza del mio operato) sulla fondatezza di quanto avevo accertato, che oggi coincide con la strategia di chi mi attacca.
Non si capisce, infatti, come e perché in tanti hanno paura del mio lavoro, solo perché nei procedimenti del dr. Luigi de Magistris non mi sono occupato dei soliti extracomunitari, di comuni rapinatori e di conclamati killer di mafia.
Per quanti oggi si accaniscono contro di me (per fortuna in pochi, in mala fede e pure molto interessati) io, addirittura, sarei un pericolo per la “sicurezza dello Stato” e per la “democrazia”.
Come ho detto mi difenderò in tutte le sedi istituzionali da queste infondate accuse ad orologeria.
Intanto non posso consentire che continui questo linciaggio morale nei miei confronti ad opera di chi difende e rappresenta solo i biechi interessi dei soggetti nei confronti dei quali erano indirizzati i legittimi accertamenti ordinati da un Pubblico Ministero (il dr. Luigi de Magistris) nella pienezza delle sue funzioni giurisdizionali.
Al dr. Luigi de Magistris sono state scippate le inchieste e sono poi stati trasferiti i magistrati di Salerno che stavano solo cercando di far luce su questa vicenda e su collusioni istituzionali di gravità inaudita (in parte disvelate anche dai miei tabulati, che in molti stanno cercando di nascondere all'attenzione dei magistrati che hanno la competenza funzionale ad utilizzarli).
E tutto questo qualcuno continua a chiamarla “giustizia”। Gli stessi considerano “democrazia” il modo attraverso il quale Farina Renato (alias “Betulla”) è entrato in Parlamento.
Su questi due aspetti mi permetto di avere delle idee diverse e fino a quando mi sarà consentito di esprimerle le manifesterò, come sto facendo.
Si dà pure il caso che, nell’ambito di una significativa attività tecnica di riscontro nell’indagine “Why Not”, mi stavo occupando proprio di Renato Farina prima che mi fosse revocato l’incarico dal dr. Dolcino Favi, per il suo articolo del 04-10-2007, con le strumentali falsità sui tabulati, e per il tentativo di una intervista “tranello” a Romano Prodi del febbraio 2006, che molto chiariva il "metodo Saladino”.
Anche questo è bene che gli italiani vengano a saperlo, dopo tutto quello che è stato detto sul mio conto e sul conto del dr. Luigi de Magistris.
Frattanto Mastella non perde occasione per recitare la parte della vittima. Dopo avere fatto cadere il governo Prodi e dato il via alle elezioni anticipate ed alla vittoria del centro destra, mette all’incasso la cambiale e si candida col PDL per le elezioni europee.
Poco mi importano i cambi di casacca del sen. Mastella e ancora meno le sue candidature.
Se qualcuno vuole la riabilitazione politica di Mastella lo faccia pure, ma se usa la pantomima dell'intercettazione del suo cellulare ha sbagliato numero.
Non posso consentire a Mastella, infatti, di fondare la sua campagna elettorale sul continuo linciaggio della mia persona, ponendosi addirittura come vittima di una persecuzione giudiziaria di una indagine (anche nei suoi confronti) che lui ha fatto di tutto per impedire.
A ben riflettere, forse, ha proprio ragione il sen. Gasparri sul fatto che io e il dr. Luigi de Magistris dovremmo essere immediatamente arrestati, portati in carcere e giudicati da una “CORTE MARZIALE”.
In effetti, in uno Stato in cui i veri colpevoli non possono nemmeno essere processati dai Tribunali ordinari è giusto che vengano carcerati (magari senza processo) coloro che hanno onestamente servito la Giustizia, nello strenuo tentativo di affermare il primato di una Legge “Uguale per tutti”.
Gioacchino Genchi


(Testo dell'agenzia de "il Velino" delle 13:21 di oggi, 03-03-2009)
Roma, 3 mar (Velino) Genchi, Cicchitto: non escludo commissione ma si muova magistratura - “Una commissione di inchiesta parlamentare sulle intercettazioni può essere uno sbocco e non la escludo a priori, mi auguro però che nel frattempo la magistratura - che ha molti più elementi di quanti abbiamo avuto noi come Copasir - si muova”. Lo ha detto al VELINO il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, e membro del Copasir, a proposito dell’affaire Genchi.
(chi) 3 mar 2009 13:21