mercoledì 30 giugno 2010

Guai, a non considerare Vittorio Mangano "un eroe"


Guai, a non considerare Vittorio Mangano "un eroe"
di Gioacchino Genchi
da Il Fattoquotidiano.it
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/06/29/guai-a-non-considerare-vittorio-mangano-un-eroe/33963/


I rinnovati richiami all'eroismo di Vittorio Mangano del sen. Marcello Dell'Utri e dei suoi amici nell'ambito dei festeggiamenti per la condanna a soli 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, mi impongono di anticipare alcuni passi delle giustificazioni che ho prodotto, nel procedimento disciplinare per la "destituzione dal servizio", promosso nei miei confronti dal Capo della Polizia a seguito dell'intervento pronunciato (mentre ero già sospeso dal servizio, Sic!) al congresso nazionale dell'Italia dei Valori del 6 febbraio 2010.
Sembra un assurdo, ma sono stato pure costretto a difendermi per avere osato criticare le affermazioni del Presidente del Consiglio che, come il sen. Marcello Dell'Utri, considera Vittorio Mangano "un eroe".
Censurare una affermazione di tal guisa, con l'intento di "screditare il Capo del Governo" è stato ritenuto nella contestazione disciplinare "un comportamento eticamente scorretto e non ammissibile per un Funzionario dello Stato" e per questo io dovrei essere destituto dalla Polizia di Stato.
In attesa di pubblicare per intero gli atti del procedimento disciplinare e della sospensione dal servizio (avverso la quale ho proposto ricorso al TAR), anticipo la parte delle giustificazioni riguardanti le considerazioni "sull'eroe" Vittorio Mangano e sui suoi fan, pronunciati al congresso dell'Italia dei Valori:

- OMISSIS -

Nel corpo della sua contestazione, nel susseguirsi del costrutto dei virgolettati di alcune espressioni pronunciate nel corso dell'intervento al congresso nazionale dell'Italia dei Valori del 6 febbraio 2010, manca la parte in cui, stigmatizzando l'originale modalità dell'on. Silvio Berlusconi di auto-gestire la propria sicurezza personale (con riguardo all'anomala composizione della scorta), ho riferito dell'arruolamento alla villa di Arcore del boss Palermitano Vittorio Mangano.

Nello stigmatizzare l'episodio ho anche considerato le definizioni con le quali l'on. Berlusconi ha nel tempo commentato i suoi rapporti con Mangano, fatto passare per "fattore" (e non per "stalliere") quando era in vita, fino a definirlo "un eroe" dopo la morte, con la quale si sono estinti per Vittorio Mangano i giudizi in corso per i quali era già stato condannato in primo grado a due ergastoli, in due distinti giudizi per omicidi ed in uno anche per associazione mafiosa, oltre alle pene già espiate per le condanne riportate per associazione per delinquere con la mafia al processo Spatola, oltre che per traffico di droga al maxi processo istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed altri tre omicidi.

Insomma a ben considerare, Vittorio Mangano era un "eroe" con un curriculum criminale di tutto rispetto.

Anche in questo, come noterà, mi sono limitato a riferire al congresso dell'Italia dei Valori fatti storici e dichiarazioni dello stesso Silvio Berlusconi, rese nel corso dell'intervento alla trasmissione di RadioDue "28 minuti" del 9 aprile 2008, che può riascoltare su YouTube al link audio che segue, o nei numerosissimi altri blog che le propongono e le commentano, tanto in Italia che all'estero (http://www.youtube.com/watch?v=PD4ixdKJzOE).

Il 9 aprile 2008, peraltro, quando l'on. Silvio Berlusconi ha rilasciato l'intervista in cui ha sostanzialmente definito un eroe Vittorio Mangano, non ricopriva nemmeno la carica di presidente del Consiglio dei Ministri, posto che il capo del Governo era ancora, sia pure per pochi giorni (fino al 28 aprile 2008), l'on. Romano Prodi.

Sulla base delle sue contestazioni, quindi, per avere esternato "negative asserzioni" storicamente accertate sul conto dell'on. Silvio Berlusconi, quale quella di avere definito Vittorio Mangano un eroe, io dovrei essere destituito dalla Polizia di Stato.

Al riguardo voglio solo augurarmi che la definizione di "negative asserzioni", riportata nella sua contestazione, era riferita al comportamento ed alle dichiarazioni dell'on. Silvio Berlusconi su Vittorio Mangano e non alle mie, che confermo e delle quali non intendo in alcun modo giustificarmi con riguardo al giudizio di valore che può desumersi, tanto sul conto di Vittorio Mangano, che dell'on. Silvio Berlusconi che l'ha considerato "un eroe".


Gioacchino Genchi

martedì 29 giugno 2010

Cefalù (Palermo), giovedì 1° luglio 2010 - Incontro-dibattito: "Intercettazioni: Diritto alla Privacy o ostacolo alla sicurezza e alla libertà di stampa?"

Giovedì 1 Luglio 2010, alle ore 20.30, a Cefalù (Palermo), presso la Corte delle Stelle, in corso Ruggero, parteciperò all'incontro-dibattito sul tema:

"Intercettazioni: Diritto alla Privacy o ostacolo alla sicurezza e alla libertà di stampa?"

Interverranno il dr. Gaetano Paci, Sostuto Procuratore Antimafia di Palermo, l' Avv. Enrico Sanseverino, Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, il dr. Mario Azzolini, giornalista RAI e l'Avv. Roberto Corsello, penalista e Vice Sindaco di Cefalù.
Ingresso libero.

domenica 27 giugno 2010

Finalmente disponibile in rete la puntata di Matrix del 27 gennaio 2009, a cui ho partecipato con Enrico Mentana, prima che lo licensiassero da Mediaset

Finalmente, grazie all'impegno del giornalista libero Oliviero Genovese è possibile vedere in rete l'intera puntata di Matrix del 27 gennaio 2009 sul "caso Genchi".
Consapevole dei rischi, ho accettato l'invito di Enrico Mentana di partecipare alla sua trasmissione dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi di qualche giorno prima, quando ad Olbia mi aveva definito "il più grande scandalo della storia della Repubblica", nel tentativo di delegettimarmi e di deligittamare con me le più moderne tecniche di indagine giudiziarie, con l'uso delle intercettazioni e dei tabulati telefonici.
Mentana è stato molto bravo nel condurre la trasmissione, con la realizzazione di servizi e interviste ad effetto (fra cui quella all'ex ministro Clemente Mastella), con le quali pensava di mettermi knock-out.
Non c'è riuscito e forse non è un caso che quella è stata per lui una delle ultime puntate di Matrix, prima del licenziamento da Mediaset.
Forse non è nemmeno un caso che alla prima puntata del nuovo Matrix, condotta da Alessio Vinci, ha partecipato alla trasmissione l'ex comandante dei ROS Mario Mori, seduto nella stessa poltrona in cui ero stato intervistato io.
Da allora ho cercato in tutti i modi di procurarmi una copia della puntata di Matrix del 27 gennaio 2009, che sembrava sparita dalle teche di Mediaset.
Nessuno ne sapeva più nulla, come se non fosse stata mai trasmessa.
In molti hanno tentato di nasconderla, visto che i temi trattati, dalle intercettazioni alle indagini sulle stragi, sono oggi più attuali di allora.
Con 30 chili in meno, ma con la stessa forza e determinazione di allora, ve ne propongo la visione al seguente link.
http://vimeo.com/12882029
I temi trattati sono tutti approfonditi nel libro intervista "Il caso Genchi. Storia di un uomo in balia dello Stato", di Edoardo Montolli, Aliberti editore.

giovedì 10 giugno 2010

IL CASO GENCHI: IL GIUDICE DI MILANO RIGETTA IL RICORSO EX ART.700 DELL’EX TENENTE COLONNELLO DEL ROS ANGELO JANNONE

Ricorso respinto. L’ex tenente colonnello è stato condannato a pagare le spese legali per Aliberti editore

IL LIBRO «IL CASO GENCHI» NON PERDERA’ I SUOI CONTENUTI SUL CASO DELLO SPIONAGGIO TELECOM: IL GIUDICE DI MILANO RIGETTA IL RICORSO EX ART.700 DELL’EX TENENTE COLONNELLO DEL ROS ANGELO JANNONE

IL CASO GENCHI di Edoardo MontolliLa prima sezione civile del Tribunale di Milano ha respinto il ricorso con cui l’ex tenente colonnello del Ros Angelo Jannone, recentemente rinviato a giudizio nel caso dello spionaggio Telecom, aveva chiesto di modificare i contenuti del libro Il caso Genchi, di Edoardo Montolli (Aliberti).

Jannone si era infatti rivolto al tribunale, ex articolo 700, per chiedere la rimozione dai libri non ancora stampati di diversi brani che lo riguardavano, e di inserire un’errata corrige in quelli stampati ma non ancora diffusi. Tra i brani più contestati, uno inerente proprio la spinosa vicenda dello spionaggio Telecom. Secondo l’ex consulente di de Magistris Gioacchino Genchi, infatti, Jannone risultava l’usuario di una scheda telefonica sfuggita ai magistrati milanesi che lo avevano indagato. E, scrive il giudice, Jannone si era lamentato «dell’attribuzione intestata a Telecom Italia in uso al ricorrente per contatti con Tavaroli e Ghioni, con conseguenti congetture da parte del Genchi nella ricostruzione dei fatti occorsi nell’ultimo mese prima del suicidio del capo della security governance di Tim Adamo Bove».
Secondo il tribunale, tuttavia, Jannone ha lamentato «genericamente la non veridicità della ricostruzione dei fatti riportati senza tuttavia offrire alcun elemento di riscontro tale da consentire al giudicante, nei limiti di cognizione propri della giurisdizione cautelare, di apprezzare la fondatezza delle contestazioni e la sussistenza del fumus boni iuris».

Ricorso respinto. L’ex tenente colonnello è stato condannato a pagare le spese legali per Aliberti editore, Edoardo Montolli, Gioacchino Genchi e per Emilio Grimaldi, il blogger che aveva ripreso brani del libro e del quale Jannone aveva chiesto «l’oscuramento del sito».

Aliberti editore

Il Tribunale di Palermo ha revocato l'ammenda di 200 euro che mi aveva inflitto il 19 aprile per un disguido del fax della Procura

Questa mattina, all'udienza del processo per una serie di rapine ai depositi di Monopoli di Stato di Palermo in cui ho svolto una articolata consulenza tecnica, il Tribunale di Palermo (V Sezione Penale) , preso atto delle mie dettagliate argomentazioni (vedi dopo) ha revocato l'ammenda di 200 €uro che mi aveva inflitto il 19 aprile, per un disguido del fax col quale avevo comunicato l'impedimento a presenziare all'udienza di quel giorno.
La notizia è stata ripresa dalle agenzie di stampa e pubblicata con enfasi da "Il Giornale".
Oggi nessuna notizie sulle agenzie della revoca dell'ammenda e domani, per come prevedo, nemmeno su "Il Giornale".
Questo il contenuto della mia nota


Palermo, 10 giugno 2010

Al Tribunale di Palermo - 5° Sezione Penale


Faccio riferimento all'ordinanza di Codesto Tribunale del 19 aprile 2010 (ad ogni buon fine allegata), emessa nell'ambito del giudizio 1997/06 R.G.T. a carico di Vinci Carmelo più altri, con la quale, assumendo la mancata giustificazione per l'assenza all'udienza di quel giorno, nella quale dovevo essere assunto come teste, ha applicato nei miei confronti la sanzione di €. 200,00, da versare alla cassa delle ammende.

A tal proposito mi corre l'obbligo di rappresentare al Tribunale che, sin dalla prima mattina del 19 aprile 2010 (dopo poco le otto), impossibilitato a presenziare all'udienza, per le ragioni che dirò, ho invano cercato più volte di mettermi in contatto con la segreteria del Pubblico Ministero, anche per avere il numero dell'utenza fax diretta, senza riuscire a raggiungerla.

Ho così predisposto la nota che allego e che - a partire dalle 08:21 - ho cercato di trasmettere all'utenza 091586920, ove è attestato il fax ufficiale e principale della Procura della Repubblica di Palermo, rilevando più volte il tono di occupato.

Dopo ripetuti tentativi, eseguiti anche dal mio collaboratore Massimo Sanfilippo, che può confermarlo, il fax con la missiva attestante la comunicazione di impedimento è stato regolarmente inoltrato e ricevuto dal terminale fax ricevente della Procura alle ore 09:39.

Alle ore 12:45
- come rilevo dal verbale d'udienza - quando è stata constata la mia assenza in udienza, il Pubblico Ministero non ha dato contezza della comunicazione di impedimento già inoltrata e pervenuta al suo ufficio da oltre tre ore (alle 09:39).

Quella mattina, infatti, come risulta dalla documentazione che allego, scadevano per me i termini per la presentazione delle giustificazioni nel procedimento disciplinare promosso nei miei confronti, per la destituzione dal servizio dalla Polizia di Stato, da cui sono stato sospeso in via cautelare dal 23 marzo 2009, per ragioni che mi esimo dal commentare in questa sede.

Fino alla mattina del 19 aprile 2010, come risulta anche dai contatti in quel frangente tenuti col funzionario istruttore, di cui do atto nella nota, ho acquisito della documentazione a mia difesa che, per il limitato tempo a disposizione, mi è stato impossibile acquisire prima, come può anche dedursi dall'integrazione alle giustificazioni prodotta con nota del 18 maggio 2010.

Nella redazione delle difese speravo di disporre prima del 19 aprile 2010 quanto necessario (mi riferisco anche al filmato della cattura di Gianni Nicchi, sparito dal Web di Repubblica), così come contavo in ogni modo di presenziare all'udienza del 19 aprile 2010.

Le contingenze maturate me lo hanno impedito e, quando ho constatato l'impossibilità di potere presenziare all'udienza, mi sono premurato di avvertire il Pubblico Ministero, pregandolo di giustificare la mia assenza al Tribunale per le ragioni esplicitate nella nota allegata, che adesso chiarisco integralmente.

A tal fine mi permetto solo di rappresentare all'attenzione del Tribunale, anche per quanto può constare ai signori magistrati che lo compongono - anche per loro pregresse esperienze collegiali e monocratiche, nel distretto giudiziario di Caltanissetta e di Palermo - che in venticinque anni di attività non ho mai mancato di presenziare ad una sola udienza, dicasi una, alla quale sono stato citato come testimone, senza fornire tempestivamente una valida e dettagliata giustificazione.

Questo ho fatto in adempimento ai doveri di legge connessi alla mia funzione e, principalmente, in ossequio ai più elementari principi di educazione che regolano i rapporti di ogni cittadino con chi svolge funzioni istituzionali per le quali ho sempre avuto rispetto ed altissima considerazione.

Non ritengo di aggiungere altro sul punto ed affido all'intelligente considerazione del Tribunale la valutazione degli argomenti dedotti, per i cui fini chiedo la revoca della sanzione pecuniaria applicata nei miei confronti, con l'ordinanza del 19 aprile 2010.

Con ossequi

Gioacchino Genchi