lunedì 18 ottobre 2010

Intrusione negli archivi, finanziere ai domiciliari. Indagato un giornalista di Panorama. “Spiato” anche Gioacchino Genchi

Intrusione negli archivi, finanziere ai domiciliari. Indagato un giornalista di Panorama. "Spiato" anche Gioacchino Genchi

tratto da http://www.castelbuono.org/2010/10/18/intrusione-negli-archivi-finanziere-ai-domiciliari-indagato-un-giornalista-di-panorama-spiato-anche-gioacchino-genchi/

Pubblichiamo di seguito l'articolo di Repubblica.it in cui si riferisce dell'appuntato Fabio Diani, accusato di aver violato gli archivi del corpo e di aver girato al giornalista Giacomo Amadori notizie riservate riguardanti, tra gli altri, Di Pietro, De Magistris, Grillo, D'Addario, Travaglio, Genchi e la famiglia Agnelli. Abbiamo intervistato Gioacchino Genchi in proposito, che ci ha dichiarato: «Ho sempre avuto fiducia nella Giustizia: la verità viene sempre a galla e i nodi sempre al pettine. Sorrido a rileggere l'articolo di fondo di Sallusti del 4 ottobre che mi ha definito "uno spione" dando pure del mafioso a Lucia Annunziata solo perché ha avuto il coraggio di invitarmi in tv. Ormai non mi sorprendo più dei tanti buoi che chiamano cornuti gli asini. Ma io, da buon castelbuonese, sto con gli asini!»

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[la Repubblica] ROMA - Fabio Diani, appuntato della Guardia di Finanza in servizio a Pavia, è stato posto agli arresti domiciliari su ordine del Gip presso il Tribunale di Milano Roberta Nunnari, per una serie di accessi abusivi agli archivi informatici delle Fiamme Gialle, "in violazione dell'articolo 615 ter del codice penale". Per il reato, precisa il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Pavia, che ha eseguito l'arresto, "è competente la Procura della Repubblica di Milano".

Sono infatti i pm milanesi Elio Ramondini e Alberto Nobili ad accusare il finanziere di aver poi passato informazioni riservate al giornalista di Panorama Giacomo Amadori, riguardanti una serie di noti personaggi. Amadori, stando a quanto si apprende, ha ricevuto un avviso di garanzia per concorso nello stesso reato: accesso abusivo a sistemi informatici. Ad accorgersi dei "comporamenti anomali" di Diani è stato lo stesso comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pavia, Domenico Grimaldi. Per Diani anche l'aggravante di essere un pubblico ufficiale e di aver compiuto accessi a banche dati di interesse pubblico e militare. Ora rischia una condanna tra i 3 e gli 8 anni di reclusione.

I personaggi spiati. Le violazioni degli archivi, almeno un migliaio, si sarebbero verificate tra il gennaio 2008 e l'ottobre 2009, quando Diani ha eseguito, non per motivi di servizio, "numerose interrogazioni al terminale, passando poi le informazioni riservate a terze persone". Le "informazioni riservate" riguardano, tra gli altri, componenti della famiglia Agnelli, Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris, il giudice Mesiano, Beppe Grillo, Marco Travaglio e la escort Patrizia D'Addario. Informazioni riservate sarebbero state raccolte e fornite anche su Gioacchino Genchi, già consulente in vari procedimenti penali alcuni dei quali diretti dall'ex pm De Magistris.

Gli articoli sospetti. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno verificato la scansione temporale degli accessi ai sistemi di Diani e degli articoli di Amadori. Rilevando una corrispondenza tra alcuni scritti del giornalista pubblicati da Panorama e le violazioni delle banche dati effettuate dal finanziere arrestato. Sono, in particolare, tre i pezzi sotto osservazione. Il primo, datato 24 aprile 2008, si intitola "Beppe Grillo: tutto il giro d'affari dell'antipolitica", lungo e ciricostanziato j'accuse al comico genovese in cui sono contenuti dati sulle più recenti dichiarazioni dei redditi del comico genovese. Del febbraio 2009 è il pezzo "Caso Genchi: quanti schedati": di lì a qualche settimana i carabinieri del Ros su mandato della procura di Roma sequestrerà l'"archivio segreto" del consulente informatico contenente migliaia di dati. Dell'ottobre dello stesso anno "Fisco e patrimoni, ecco quanto dichiarano gli Agnelli", dedicato all'indagine fiscale "più mediatica degli ultimi anni".

"Ha fatto solo il suo lavoro". Amadori è difeso a spada tratta dal direttore di Panorama, Giorgio Mulè, che lo definisce uno dei suoi "cronisti di punta". "Da quello che mi risulta ha fatto come al solito e al meglio il suo lavoro di cronista", come avrebbe riconosciuto anche la magistratura, secondo quanto lo stesso Mulè dichiara all'Ansa, "anche a scanso di equivoci e di chi si voglia mettere a pensare a dossieraggi o killeraggi. Il collega ha usato le informazioni ricevute solo per scrivere gli articoli". Per il direttore di Panorama, "erano dati utilizzabili e non, come si dice, 'sensibili' o coperti da privacy. Amadori ha chiesto solo i dati delle dichiarazioni dei redditi che sono noti. Il pm che ha poi allegato tutti gli articoli scritti in un paio di anni, osserva che le informazioni sono state utilizzate con l'unico fine di scriverli".

Amadori e il caso Marcegaglia. Con il "suo lavoro", Amadori è entrato in questi giorni anche nel "caso" del presunto dossieraggio de Il Giornale contro Emma Marcegaglia. Per un suo articolo apparso sull'ultimo numero di Panorama, dal titolo "L'altra minaccia" in cui il giornalista parte da alcune telefonate intercorse nell'agosto del 2009 tra lui e Arpisella, fino a pochi giorni fa portavoce della presidente di Confindustria. All'epoca Amadori stava lavorando a "un'inchiesta su presunti illeciti nella raccolta di rifiuti in Puglia" e le indagini "riguardavano anche la Cogeam, il consorzio stabile di gestioni ambientali di cui fanno parte al 51% società del gruppo Marcegaglia". Amadori sostiene che Arpisella avrebbe chiesto che il nome delle presidente di Confindustria fosse escluso dall'articolo. In caso contrario avrebbe revocato la disponibilità per un'intervista già concordata dal settimanale con la leader degli industriali e dalla Confindustria sarebbero partiti attacchi contro il Governo.

Pd: "Grave, ricorda caso Prodi". L'accesso fraudolento da parte di un finanziere a banche dati contenenti "informazioni sensibili sulla vita privata di personaggi pubblici è di per sé una notizia gravissima che ci preoccupa e che richiama alla memoria l'analogo grave episodio avvenuto ai danni del presidente Prodi". E' quanto dichiara Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, aggiungendo che "la contestazione dei magistrati che questi dati sensibili siano stati consegnati nelle mani di un giornalista aggrava le nostre considerazioni". "Attenderemo, ovviamente, il lavoro della magistratura prima di esprimere ulteriori giudizi in merito".

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