mercoledì 30 marzo 2011

MONREALE Il dibattito sulla mafia non s’ha da fare

Quel dibattito sulla mafia e l'antimafia non s'ha da fare.

di Alex Corlazzoli, da "il Fatto Quotidiano" del 30 marzo 2011, pag. 8

A Monreale l'idea di un incontro con il magistrato Franca Imbergamo e il consulente informatico Gioacchino Genchi non è piaciuta tanto da far scattare una chiara intimidazione nei confronti degli organizzatori: i manifesti dell'iniziativa organizzata per venerdì 1 aprile alle 18:30 dal collettivo Arci Link alla Villa Savoia, sono stati stracciati.

Anzi. Una mano ignota, in pieno giorno, ha tagliato dai manifesti i nomi dei relatori e la data. Un messaggio esplicito scattato a pochi giorni dalla serata che vedrà al tavolo non solo il sostituto Procuratore generale presso la Corte d'appello di Caltanissetta, Franca Imbergamo e l'ex vice questore Gioacchino Genchi, ma anche Umberto Di Maggio, coordinatore regionale di Libera Sicilia. Oltre a Anna Bucca, presidente dell'Arci Sicilia e Calogero Parisi, numero uno della cooperativa sociale "Lavoro e non solo", che gestisce un'azienda agricola che lavora dal 2000 su terreni confiscati a Cosa Nostra proprio a Monreale e Corleone.

"Sabato scorso – racconta Tommaso Gullo, presidente di Arci Link – abbiamo affisso i manifesti in città. Nel giro di poche ore ho dovuto rimpiazzarli perché erano stati stracciati.

Il problema è che una volta rimessi non li hanno lasciati stare: in maniera certosina hanno tolto i nomi e i cognomi di tutti i relatori e la data lasciando appeso il resto del manifesto.

Forse danno fastidio proprio quelle persone che abbiamo invitato al nostro dibattito per parlare di luci e ombre di un sistema, quello della mafia e dell'a n t i m a fi a , che cambia anche nella nostra città.

Abbiamo fatto altre manifestazioni nelle scorse settimane, ma mai ci avevano toccato le locandine appese. Non ci faremo comunque intimidire da nessuno.

Venerdì l'incontro ci sarà con gli ospiti che avevamo previsto". I giovani di Link vogliono parlare di Cosa Nostra anche a Monreale, la città dove vive ancora l'arcivescovo Salvatore Cassisa, più volte implicato (e poi assolto) per collusione mafiosa e dove l'onorevole Gaspare Vitrano, arrestato nei giorni scorsi per corruzione, godeva di appoggi elettorali.

Sanno bene che anche all'ombra della cattedrale normanna c'è chi paga il pizzo e agiscono i clan locali.

Un'intimidazione che si registra in un momento particolarmente caldo per Monreale: basti pensare che negli ultimi giorni sono state bruciate cinque automobili e dall'inizio dell'anno sono già dodici gli autoveicoli andati in fiamme.

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