Questa mattina, all'udienza del processo per una serie di rapine ai depositi di Monopoli di Stato di Palermo in cui ho svolto una articolata consulenza tecnica, il Tribunale di Palermo (V Sezione Penale) , preso atto delle mie dettagliate argomentazioni (vedi dopo) ha revocato l'ammenda di 200 €uro che mi aveva inflitto il 19 aprile, per un disguido del fax col quale avevo comunicato l'impedimento a presenziare all'udienza di quel giorno.
La notizia è stata ripresa dalle agenzie di stampa e pubblicata con enfasi da "Il Giornale".
Oggi nessuna notizie sulle agenzie della revoca dell'ammenda e domani, per come prevedo, nemmeno su "Il Giornale".
Questo il contenuto della mia nota
Palermo, 10 giugno 2010
Al Tribunale di Palermo - 5° Sezione Penale
Faccio riferimento all'ordinanza di Codesto Tribunale del 19 aprile 2010 (ad ogni buon fine allegata), emessa nell'ambito del giudizio 1997/06 R.G.T. a carico di Vinci Carmelo più altri, con la quale, assumendo la mancata giustificazione per l'assenza all'udienza di quel giorno, nella quale dovevo essere assunto come teste, ha applicato nei miei confronti la sanzione di €. 200,00, da versare alla cassa delle ammende.
A tal proposito mi corre l'obbligo di rappresentare al Tribunale che, sin dalla prima mattina del 19 aprile 2010 (dopo poco le otto), impossibilitato a presenziare all'udienza, per le ragioni che dirò, ho invano cercato più volte di mettermi in contatto con la segreteria del Pubblico Ministero, anche per avere il numero dell'utenza fax diretta, senza riuscire a raggiungerla.
Ho così predisposto la nota che allego e che - a partire dalle 08:21 - ho cercato di trasmettere all'utenza 091586920, ove è attestato il fax ufficiale e principale della Procura della Repubblica di Palermo, rilevando più volte il tono di occupato.
Dopo ripetuti tentativi, eseguiti anche dal mio collaboratore Massimo Sanfilippo, che può confermarlo, il fax con la missiva attestante la comunicazione di impedimento è stato regolarmente inoltrato e ricevuto dal terminale fax ricevente della Procura alle ore 09:39.
Alle ore 12:45 - come rilevo dal verbale d'udienza - quando è stata constata la mia assenza in udienza, il Pubblico Ministero non ha dato contezza della comunicazione di impedimento già inoltrata e pervenuta al suo ufficio da oltre tre ore (alle 09:39).
Quella mattina, infatti, come risulta dalla documentazione che allego, scadevano per me i termini per la presentazione delle giustificazioni nel procedimento disciplinare promosso nei miei confronti, per la destituzione dal servizio dalla Polizia di Stato, da cui sono stato sospeso in via cautelare dal 23 marzo 2009, per ragioni che mi esimo dal commentare in questa sede.
Fino alla mattina del 19 aprile 2010, come risulta anche dai contatti in quel frangente tenuti col funzionario istruttore, di cui do atto nella nota, ho acquisito della documentazione a mia difesa che, per il limitato tempo a disposizione, mi è stato impossibile acquisire prima, come può anche dedursi dall'integrazione alle giustificazioni prodotta con nota del 18 maggio 2010.
Nella redazione delle difese speravo di disporre prima del 19 aprile 2010 quanto necessario (mi riferisco anche al filmato della cattura di Gianni Nicchi, sparito dal Web di Repubblica), così come contavo in ogni modo di presenziare all'udienza del 19 aprile 2010.
Le contingenze maturate me lo hanno impedito e, quando ho constatato l'impossibilità di potere presenziare all'udienza, mi sono premurato di avvertire il Pubblico Ministero, pregandolo di giustificare la mia assenza al Tribunale per le ragioni esplicitate nella nota allegata, che adesso chiarisco integralmente.
A tal fine mi permetto solo di rappresentare all'attenzione del Tribunale, anche per quanto può constare ai signori magistrati che lo compongono - anche per loro pregresse esperienze collegiali e monocratiche, nel distretto giudiziario di Caltanissetta e di Palermo - che in venticinque anni di attività non ho mai mancato di presenziare ad una sola udienza, dicasi una, alla quale sono stato citato come testimone, senza fornire tempestivamente una valida e dettagliata giustificazione.
Questo ho fatto in adempimento ai doveri di legge connessi alla mia funzione e, principalmente, in ossequio ai più elementari principi di educazione che regolano i rapporti di ogni cittadino con chi svolge funzioni istituzionali per le quali ho sempre avuto rispetto ed altissima considerazione.
Non ritengo di aggiungere altro sul punto ed affido all'intelligente considerazione del Tribunale la valutazione degli argomenti dedotti, per i cui fini chiedo la revoca della sanzione pecuniaria applicata nei miei confronti, con l'ordinanza del 19 aprile 2010.
Con ossequi
Gioacchino Genchi
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1 commento:
Dal profondo della STIMA che ho in Lei, posso solo ripetere:
resista ...
resista ...
resista ...
in nome della DEMOCRAZIA (anche se espressa da un semplice cittadino)
Valerio - Brescia
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