domenica 27 dicembre 2009

Volevo essere Marco Travaglio ... recensione al libro "Il caso Genchi"


"Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui" Ezra Pound.
Questa è la frase in calce al blog di Gioacchino Genchi, Legittima Difesa.
Ed è da una intervista fatta da Edoardo Montolli a Gioacchino Genchi che nasce il libro che sto leggendo in questi giorni, Il caso Genchi -Storia di un uomo in balia dello Stato- e di cui voglio parlarvi.
In un paese normale un libro come questo avrebbe provocato un terremoto istituzionale devastante. Secondo me avrebbe potuto tranquillamente portare all'impeachment del Presidente della Repubblica. Ma questo è il paese di sottosopra, ed è chiaro che non succederà un granché... e credetemi, lo dico veramente a malincuore...

Fra le righe di questo libro sto ri-trovando un filo conduttore, una specie di sentiero che tante volte mi era sembrato di intravedere ed altrettante volte avevo perso per la difficoltà di accedere ad un certo tipo di informazioni. Adesso che Genchi, accusato delle peggiori nefandezze, è stato sollevato (in quanto indagato) dalla segretezza a cui era tenuto come consulente tecnico dei tribunali di mezza Italia e come vicecommissario di polizia, possiamo finalmente sapere i nomi dei personaggi che, dai tempi di Falcone fino alle inchieste di De Magistris passando per i crac Cirio e Parmalat e lo scandalo delle intercettazioni (queste si illegali) della Telecom, si sono adoperati, mantenendo un profilo basso, per condizionare e distorcere la vita democratica di questa nostra bistrattata nazione. La sensazione che ho avuto (e che sto ancora provando) leggendo questo libro è quella di avere finalmente fra le mani un quadro d'insieme che ricollega ciò che legami sembrasse non avere... e non nascondo che ogni tanto ho anche avuto dei brividi alla schiena, tanta e tale è la mole di informazioni contenute in queste 950 pagine...
Sicuramente mi sento di dire , a chi volesse capire la storia d'Italia degli ultimi 20 anni, che non può fare a meno di questo libro. Dopo averlo letto niente vi sembrerà più come prima...

Luglio 1992, la Sicilia è dilaniata dalle stragi. In città c'è un poliziotto maledettamente bravo con le tecnologie. Ha lavorato con Falcone e sono tre anni che si occupa dei misteri di Palermo. Si chiama Gioacchino Genchi. È a lui che chiedono di scoprire qualcosa sulle agende elettroniche del giudice. E di capire dai telefoni se qualcuno spiasse Paolo Borsellino. E lui qualcosa scopre. Scova file cancellati e li ritrova. Poi ipotizza una pista per via D'Amelio: date, nomi, luoghi. Diventa vice del gruppo Falcone-Borsellino. Ma quella indagine non la finirà mai. Una mattina, mentre l'Italia esulta per l'arresto dei killer, all'improvviso sbatte la porta. E se ne va.
Da allora non ha mai parlato. Lo chiamano nei processi più delicati: le talpe nel Ros di Palermo, il caso Dell'Utri. I capi di Cosa Nostra e i colletti bianchi. La vicenda Cuffaro e la sanità siciliana. Le sue consulenze sui telefoni ribaltano giudizi, fanno condannare centinaia di persone e assolvere miriadi di innocenti. Da vent'anni è considerato il più abile consulente telematico delle Procure.
Ogni anno la polizia stila graduatorie e gli assegna un punto in più del massimo per le «eccezionali doti morali» e il prestigio che ne consegue.
Finché approda a Catanzaro, per la Why Not di Luigi De Magistris.
Una mattina accende il pc, guarda i tabulati telefonici. E all'improvviso sbianca.
Ma non fa in tempo a stendere una relazione: revocato l'incarico, indagato e perquisito, sequestrato l'«archivio» con tutti i dati fin dal 1992. Attaccato da ogni parte politica. Sospeso dalla polizia. E altrove quattro magistrati perdono il posto. E allora cosa c'era in Why Not, cosa c'era in quei tabulati?
C'erano giudici a contatto con boss, magistrati amici degli indagati e dei loro avvocati. Ma c'era soprattutto un intreccio telefonico economico-politico-giudiziario che da Catanzaro saliva a Roma, incrociando i processi sulle scalate bancarie, la vicenda Umts, i crac Cirio e Parmalat e lo spionaggio Telecom, incuneandosi indietro nel tempo all'origine e al declino di Tangentopoli e a tante, troppe inchieste di cui si era occupato. E agli stessi nomi su cui indagava per via D'Amelio, quando se ne andò sbattendo la porta. E ora che per difendersi ha depositato in tribunale le sue scoperte, può finalmente raccontarlo: perché lasciò allora, perché è stato fermato adesso. Con nomi, date e luoghi. Perché questo lungo e complesso racconto non è la storia di un'inchiesta bloccata a Catanzaro.
Questa è la storia della seconda Repubblica.
(tratto dal risvolto di copertina)

Per chi volesse leggere ancora qualcosa su questo libro, vi invito a leggere la prefazione scritta da Marco Travaglio. Se invece voleste approfondire la conoscenza di Genchi mi permetto di suggerire (tanto per iniziare) una bella intervista fatta dall'ottima Reset Radio, una web-radio molto interessante.
Ma soprattutto vi consiglio di andare in libreria e spendere 19 euro per questo libro. Sono soldi ben spesi.

tratto da: http://volevoesseremarcotravaglio.blogspot.com/2009/12/fra-le-righe-3.html

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sto leggendo il libro e devo dire che ad ogni pagina rabbrividisco.Non sono un'esperta in materia e a volte fatico a seguire il filo di tutte le persone citate ma trovo che sia ancora più interessante di un libro di John Grisham.Più volte mi accorgo che la realtà ha superato la fantasia e non credo che questo sia un bene.Ammiro la sua determinazione e l'imparzialità nell'esporre i fatti (a proposito mi complimento con l'autore del libro che sa rendere molto scorrevole e piacevole la lettura).Mi auguro tanto che Lei possa tornare a fare il suo lavoro perchè lo fa bene.E spero tanto che questo marciume possa essere spazzato via anche dalle persone che come Lei si danno da fare per riportare qusto paese alla legalità.Grazie ancora per aver dato la possibilità a noi di capire molte cose.Con affetto e stima una sua ammiratrice.Stefania