Gioacchino Genchi è nato a Castelbuono (PA) il 22 agosto 1960.
E’ sposato ed ha tre figli.
Il suo paese natale, Catelbuono, è una ridente località della provincia di Palermo, situata alle pendici delle "Madonie" .
Castelbuono è un paese con grandi tradizioni di democrazia, di cultura, di civiltà e di legalità, a cui Gioacchino Genchi deve la sua formazione di "castelbuonese", e non solo quella.
Senza nulla togliere a Ceppaloni, l'essere castelbuonese è una "Denominazione di Origine Controllata", unanimente riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. (http://www.comune.castelbuono.pa.it/) (vedi pure http://castelbuono.org/)
Per Genchi l'essere "castelbuonese" vale più di un "certificato penale" apparentemente pulito, o di un titolo di "Senatore".
Chi almeno una volta nella vita ha conosciuto un castelbuonese, o è stato Castelbuono, si sarà reso conto di questo.
Gioacchino Genchi, da giovane è vissuto nel paese natale.
A Castelbuono è rimasto legato da un forte sentimento di appartenenza. L’essere castelbuonese è la cosa di cui Gioacchino Genchi si sente più orgoglioso e non perde occasione per dirlo.
All’amore per Castelbuono e per la sua gente sarà presto dedicata una particolare sezione del su sito www.gioacchinogenchi.it (Il mio paese).
Da ragazzo si è formato presso la libreria del padre, centro ritrovo dei letterati e degli studiosi del paese.
Radioamatore sin da bambino, Gioacchino Genchi ha manifestato sin dall’adolescenza una particolare vocazione per le scienze tecniche, per l’elettronica e per la telefonia.
Nonostante una forte vocazione umanistica, che gli proveniva dalle letture che sin da bambino aveva coltivato nella libreria del padre, Gioacchino Genchi ha intrapreso gli studi superiori presso l’Istituto Tecnico “Jacopo del Duca” di Cefalù.
Li si è distinto come leader del movimento studentesco, con delle battaglie per i diritti degli studenti e per una scuola migliore.
Dopo alcune rocambolesche iniziative di protesta, organizzate proprio da Genchi – si veda la famosa marcia a piedi a Cefalù, l’occupazione degli istituti, ecc. – sono stati varati negli anni settanta degli importanti provvedimenti legislativi in materia di diritto allo studio.
Ricordiamo fra tutti la legge regionale sul trasporto gratuito agli studenti pendolari.
Questa legge, varata dalla Regione Sicilia, rappresenta ancora oggi uno dei più importanti momenti di conquista civile, nella prospettiva del diritto allo studio per gli studenti siciliani.
Sono state proprio le iniziative di protesta, anche clamorose, organizzate da Gioacchino Genchi, a sensibilizzare i mass media e gli organi legislativi della Regione Siciliana, che alla fine hanno varato e finanziato la legge, per assecondare il diritto allo studio.
Il finanziamento di questa legge ha consentito anche ai giovani delle famiglie meno abbienti dei paesini più disparati della Sicilia, di frequentare le scuole superiori, situate nei centri più importanti, a volte anche a notevole distanza da quelli di residenza.
Erano molti, all’epoca, i giovani promettenti e volenterosi, di origini umili e contadine, che erano impossibilitati a frequentare la scuola superiore, non potendosi permettere le loro famiglie i costi degli abbonamenti degli autobus e dei treni, per raggiungere le sedi dei comuni (vedi Cefalù e Termini Imerese, Bagheria, Palermo, ecc.) dove erano concentrati i più importanti istituti scolastici.
Altre iniziative propugnate da Genchi e dal movimento studentesco da lui guidato, hanno portato al finanziamento ed alla realizzazione dei più importanti ed efficienti edifici scolastici del cefaludese, dove oggi frequentano la scuola i giovani delle "Madonie".
Nonostante l’impegno nel movimento studentesco, la partecipazione agli organismi di rappresentanza delegata (il Consiglio d’Istituto, la Giunta Esecutiva dell’Istituto, il Consiglio Scolastico Distrettuale, la Giunta esecutiva del Distretto scolastico, ecc.), Gioacchino Genchi ha conseguito ottimi profitti negli studi superiori, conseguendo il diploma di maturità tecnica con il punteggio massimo di 60/60 (sessanta/sessantesimi).
Nel corso degli studi Genchi ha affrontato corsi sperimentali di informatica e di elettronica, perfezionandosi nel campo della topografia applicata e dell’utilizzo dei nuovi strumenti di agrimensura, per la rilevazione del territorio (si vedano, in particolare, i primi teodoliti al laser).
Chi doveva dire che quegli strumenti e quelle tecniche dovevano ritornargli oggi di grande utilità, applicati proprio al campo delle indagini e della localizzazione dei cellulari!
Gioacchino Genchi ha poi proseguito, in privato, degli studi umanistici, intrapresi presso la libreria del padre, dove ha coltivato incessantemente - a costo zero - il suo principale hobby: la lettura e la ricerca (dai testi di letteratura, alla filosofia, alla storia, alla matematica, alla statistica ed alle scienze applicate).
Conseguito il diploma di maturità tecnica, con un notevole background nell’uso delle prime tecnologie informatiche (all’epoca applicate solo ai settori finanziari, all’ingegneria ed alla topografia), ha iniziato subito a lavorare con un'azienda specializzata del centro Italia, acquisendo un'ulteriore professionalità e conoscenza nel settore tecnico e nell’uso delle prime applicazioni informatiche.
Contemporaneamente all’attività lavorativa, di cui non ha potuto far a meno (attese le condizioni economiche non troppo floride della sua famiglia), ha intrapreso gli studi universitari presso la Facoltà di Giurisprudenza, dell’Università degli Studi di Palermo, dove ha conseguito la laurea con 110/110 (centodieci su centodieci) e la Lode Accademica.
Nel corso degli studi universitari, oltre alle materie ordinariamente previste nel piano di studi quadriennale (conseguite con eccezionali punteggi), ha frequentato ben 10 “corsi liberi” in materie storico-giuridiche e romanistiche, tutti superati con la valutazione di “30 e Lode”.
Nel corso degli studi universitari ha altresì approfondito degli studi di Politica economica e finanziaria, redigendo la ricerca universitaria sul tema: "Riduzione della spesa pubblica e incremento delle risorse produttive".
Conseguita la laurea in Giurisprudenza il dr. Gioacchino Genchi ha subito intrapreso la carriera forense, eseguendo, in collaborazione con l’Università di Palermo, ulteriori ricerche in vari settori giuridici.
Ha conseguito, frattanto, a pieni voti l’abilitazione all'esercizio della professione di Procuratore Legale (oggi “Avvocato”), oltre all’abilitazione all’insegnamento di materie giuridiche negli istituti di istruzione superiore.
Per espletare il servizio militare (non ancora prestato), nel 1985 ha partecipato al Concorso pubblico a 200 posti di Vice Commissario in prova della Polizia di Stato.
Superato il concorso e classificatosi ai primi posti della graduatoria, ha svolto nei primi mesi dall’immissione in ruolo l’incarico di insegnamento di discipline giuridiche nelle scuole di Polizia.
Trasferito a Palermo nel 1987, ha da allora ricoperto diversi incarichi presso gli uffici della Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici della Polizia di Stato di Palermo.
Nel 1988 – per volontà del Capo della Polizia Vincenzo Parisi – è stata affidata al dr. Gioacchino Genchi (quando aveva ancora la qualifica di Vice Commissario), la Direzione della Zona Telecomunicazioni del Ministero dell'Interno per la Sicilia Occidentale di Palermo, già diretta da un funzionario "Dirigente" della Polizia di Stato, promosso "Dirigente superiore ad onorem" e collocato a riposo per raggiunti limiti d'età.
Si noti la particolarità ed il livello dell'incarico conferito, di qualificato rango dirigenziale, identificandosi la "Zona Telecomunicazioni del Ministero dell'Interno per la Sicilia Occidentale" quale ufficio periferico del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dotato di propria autonomia, (amministrativa, finanziaria, disciplinare, organizzativa etc), al pari delle Questure, dei Compartimenti di Polizia Stradale, Ferroviaria etc, e con competenza interprovinciale nelle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani.
Anche presso la sede di servizio di Palermo, unitamente alla direzione degli uffici ricoperti, il dr. Gioacchino Genchi ha ininterrottamente mantenuto l'incarico di docente di materie giuridiche (Diritto penale, Diritto processuale penale e Leggi di Pubblica Sicurezza) presso gli Istituti di istruzione della Polizia di Stato.
Nel corso dell'anno 1989 ha frequentato e superato il corso di formazione del Ministero dell'Interno per il conseguimento della specializzazione in "Informatica".
Nel novembre del 1989 ha svolto, per conto del Ministero dell'Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza, la relazione ufficiale sul tema: "La valenza del supporto informatico nelle indagini di polizia" al Convegno nazionale sul tema: "L'informatica nella lotta alla criminalità organizzata", organizzato dall'Università degli Studi di Palermo con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La relazione del dottor Gioacchino Genchi ha riscontrato vivo apprezzamento fra gli studiosi e le Autorità intervenute al Convegno ed i relativi atti sono stati integralmente pubblicati nella rivista di criminologia e psicopatologia forense (n. 2 dell'anno 1990), edita a cura dell'Istituto di Antropologia criminale dell'Università di Palermo (pubblicazione iscritta al n. 17/85 nel registro dei periodici del Tribunale di Palermo).
Ha partecipato a decine e decine di convegni, seminari, corsi di studio ed altre iniziative culturali ed universitarie.
Nel quadriennio di Direzione della "Zona Telecomunicazioni del Ministero dell'Interno per la Sicilia Occidentale" (maggio 1988 - maggio 1992) il dr. Gioacchino Genchi ha costantemente collaborato con diversi uffici investigativi – e direttamente con il Capo della Squadra Mobile dell’epoca, dr. Arnaldo La Barbera - nello svolgimento di particolari e riservate indagini di polizia criminale, per le quali ha curato la sperimentazione e la proficua utilizzazione di sofisticate tecnologie ed impianti informatici, radioelettrici e di telecomunicazioni.
In quegli anni, per il tramite del dr. Arnaldo La Barbera, ha collaborato con vari magistrati, fra cui Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, assistendo pure l’Autorità Giudiziaria dell’epoca nelle indagini sul fallito attentato della “Addaura”.
Ha partecipato in prima persona ed ha varato le più importanti tecniche di indagine, che hanno portato, fra gli altri, all’individuazione del covo di Totuccio Contorno a San Nicola l’Arena, dove il mafioso pentito è stato arrestato unitamente ad altri suoi sodali, con il contestuale sequestro di un vero e proprio arsenale.
In quel periodo ha messo a frutto delle originali tecniche d’indagine – quando si era ancora agli albori delle nuove tecnologie elettroniche – per l’installazione di una rete mobile di intercettazioni, utilizzata dall’Autorità Giudiziaria, con risultati di immediata e straordinaria eccezionalità, nella cattura del boss mafioso Pietro Vernengo, evaso tempo prima da una comoda detenzione ospedaliera in un nosocomio palermitano, a cui era stato ammesso prima di darsi alla macchia.
Si omettono di riportare gli ulteriori e numerosi risultati investigativi ed operativi al cui conseguimento ha contribuito l’attività svolta dal dr. Genchi, nell’ambito degli uffici che ha diretto presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Di ciò si trova ampio riscontro nelle rassegne stampa dell’epoca, negli archivi delle agenzie giornalistiche e, cosa più importante, nelle sentenze dibattimentali di condanna dei più pericolosi e sanguinari boss mafiosi e criminali comuni di varie parti d’Italia, confermate nelle fasi cautelari e nei diversi gradi di giudizio, persino con lusinghiere attestazioni di merito nelle motivazioni dei giudici che hanno redatto le sentenze, tutte confermate nei giudizi di legittimità, dalla Suprema Corte di Cassazione.
Nel 1992 - l'anno della “strage di Capaci” - il Capo della Polizia – Prefetto Vincenzo Parisi – gli ha affidato ad interim l’incarico di dirigente del “Nucleo Anticrimine per la Sicilia Occidentale”, per una più efficace azione di contrasto alla criminalità mafiosa e di collaborazione operativa alle indagini sulle stragi, condotte da un gruppo di fidati poliziotti, sotto la diretta direzione del dr. Arnaldo La Barbera.
Con i suoi due uffici - la Zona Telecomunicazioni ed il Nucleo Anticrimine - ha affiancato sin da subito il dr. Arnaldo La Barbera nelle indagini sulla stragi del 1992.
La sera del 19 luglio 1992 – alcune dopo la strage di Via Mariano d’Amelio, dove avevano perso la vita il Procuratore Aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e gli agenti di scorta – il Capo della Polizia Vincenzo Parisi ed il Ministro della Giustizia Claudio Martelli, hanno incaricato Genchi di organizzare e dirigere l’immediata evacuazione dei più pericolosi boss mafiosi, comodamente reclusi nelle carceri palermitane, al penitenziario di “Pianosa”.
In raccordo operativo con il Comando dell’Arma dei Carabinieri, con l’Aeronautica Militare e con la Direzione dell’Amministrazione Penitenziaria, nel giro di poche ore Genchi ha organizzato il trasbordo aereo degli oltre 150 “capi mafia” palermitani da Palermo a Pianosa, con gli aeroplani e gli elicotteri “Mangusta” dell’Aeronautica.
Alle 05:00 della mattina del 20 luglio 1992, già rombavano i motori degli aeroplani dell'aeronautica all'aeroporto di "Punta Raisi" di Palermo, che qualche anno dopo prenderà il nome - che speriamo riuscirà a mantenere - dei due magistrati assassinati: Falcone e Borsellino.
Poco più di un'ora dopo, i più pericolosi capimafia palermitani ed i loro sanguinari gregari erano già atterrati all'aeroporto di Pisa, dove con una sincronia ed un tempismo che ha pochi precedenti nella storia, erano ad attenderli i "Mangusta" dell'Aeronautica, per l'ultima tappa della trasferta verso "Pianosa".
Rientrato a Palermo la sera del 20-07-1992, Genchi si è rimesso a fianco del dr. Arnaldo La Barbera, alle indagini sulle stragi.
Nel corso delle indagini sulle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, ha fornito un contributo decisivo nell’approntamento delle tecniche di elaborazione e di analisi dei dati di traffico telefonici, perfezionati negli anni.
Di questo, di quanto ha fatto Gioacchino Genchi in quelle indagini (e di quanto non gli hanno consentito di fare), parlano le sentenze dei Giudici di Caltanissetta, che hanno riscontrato l’integrale vaglio di legittimità della Suprema Corte di Cassazione, con la condanna all’ergastolo di decine e decine di imputati, grazie anche al suo contributo determinante.
Delle indagini sulle “stragi del 1992”, si tratterà in altra sezione del sito.
Dal 1994 il dr. Gioacchino Genchi ha diretto il Centro Elettronico Interregionale del Ministero dell’Interno, con sede a Palermo, mantenendo l’incarico di insegnamento negli istituti di istruzione.
Ha svolto, negli anni, centinaia e centinaia di incarichi di consulenza tecnica e di perizia, per conto di Pubblici Ministeri, Tribunali, Corti d’Assise, Corti d’Appello, Tribunali Militari, GUP, GIP ed altri Uffici Giudiziari e Magistrati dello Stato: da Giovanni Falcone a Luigi de Magistris.
Di questo, comunque, si tratterà in altra parte del sito.
Ha contemporaneamente svolto dei corsi di formazione e di aggiornamento su vari temi ai Magistrati, su incarico del Consiglio Superiore della Magistratura, tanto in ambito nazionale, che in sede di formazione decentrata.
In ambito locale, su incarico dei Magistrati referenti e dei Consigli Giudiziari, ha tenuto delle lezioni nell'ambito della formazione degli "Uditori Giudiziari".
Ha svolto pure lezioni e seminari di aggiornamento per conto di vari istituti universitari ed agli Avvocati, per conto della Camera Penale di Palermo.
Ha sempre mantenuto eccellenti rapporti con Magistrati, Avvocati e con le parti processuali con cui ha interloquito.
Ha lavorato fianco a fianco, per venti anni, con poliziotti, carabinieri e finanzieri, che rappresentano il fiore all'occhiello delle diverse forze di polizia.
Con costoro ha mantenuto rapporti di amicizia e di stima professionale, ben oltre gli ambiti di impegno nelle indagini collaborate.
Nell’assolvere agli incarichi giudiziari che gli sono stati affidati, ha sempre e solo servito lo STATO e la GIUSTIZIA, nello strenuo tentativo di ricerca e di affermazione della VERITA’.
Questa è la biografia e la storia del "mascalzone", di quello "strano personaggio", addirittura di quel "Licio Genchi", che ha fatto l'errore più grande della sua vita: approntare il suo modesto aiuto di consulente, ad un giovane Pubblico Ministero di Catanzaro, che si chiama Luigi de Magistris.
E’ sposato ed ha tre figli.
Il suo paese natale, Catelbuono, è una ridente località della provincia di Palermo, situata alle pendici delle "Madonie" .
Castelbuono è un paese con grandi tradizioni di democrazia, di cultura, di civiltà e di legalità, a cui Gioacchino Genchi deve la sua formazione di "castelbuonese", e non solo quella.
Senza nulla togliere a Ceppaloni, l'essere castelbuonese è una "Denominazione di Origine Controllata", unanimente riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. (http://www.comune.castelbuono.pa.it/) (vedi pure http://castelbuono.org/)
Per Genchi l'essere "castelbuonese" vale più di un "certificato penale" apparentemente pulito, o di un titolo di "Senatore".
Chi almeno una volta nella vita ha conosciuto un castelbuonese, o è stato Castelbuono, si sarà reso conto di questo.
Gioacchino Genchi, da giovane è vissuto nel paese natale.
A Castelbuono è rimasto legato da un forte sentimento di appartenenza. L’essere castelbuonese è la cosa di cui Gioacchino Genchi si sente più orgoglioso e non perde occasione per dirlo.
All’amore per Castelbuono e per la sua gente sarà presto dedicata una particolare sezione del su sito www.gioacchinogenchi.it (Il mio paese).
Da ragazzo si è formato presso la libreria del padre, centro ritrovo dei letterati e degli studiosi del paese.
Radioamatore sin da bambino, Gioacchino Genchi ha manifestato sin dall’adolescenza una particolare vocazione per le scienze tecniche, per l’elettronica e per la telefonia.
Nonostante una forte vocazione umanistica, che gli proveniva dalle letture che sin da bambino aveva coltivato nella libreria del padre, Gioacchino Genchi ha intrapreso gli studi superiori presso l’Istituto Tecnico “Jacopo del Duca” di Cefalù.
Li si è distinto come leader del movimento studentesco, con delle battaglie per i diritti degli studenti e per una scuola migliore.
Dopo alcune rocambolesche iniziative di protesta, organizzate proprio da Genchi – si veda la famosa marcia a piedi a Cefalù, l’occupazione degli istituti, ecc. – sono stati varati negli anni settanta degli importanti provvedimenti legislativi in materia di diritto allo studio.
Ricordiamo fra tutti la legge regionale sul trasporto gratuito agli studenti pendolari.
Questa legge, varata dalla Regione Sicilia, rappresenta ancora oggi uno dei più importanti momenti di conquista civile, nella prospettiva del diritto allo studio per gli studenti siciliani.
Sono state proprio le iniziative di protesta, anche clamorose, organizzate da Gioacchino Genchi, a sensibilizzare i mass media e gli organi legislativi della Regione Siciliana, che alla fine hanno varato e finanziato la legge, per assecondare il diritto allo studio.
Il finanziamento di questa legge ha consentito anche ai giovani delle famiglie meno abbienti dei paesini più disparati della Sicilia, di frequentare le scuole superiori, situate nei centri più importanti, a volte anche a notevole distanza da quelli di residenza.
Erano molti, all’epoca, i giovani promettenti e volenterosi, di origini umili e contadine, che erano impossibilitati a frequentare la scuola superiore, non potendosi permettere le loro famiglie i costi degli abbonamenti degli autobus e dei treni, per raggiungere le sedi dei comuni (vedi Cefalù e Termini Imerese, Bagheria, Palermo, ecc.) dove erano concentrati i più importanti istituti scolastici.
Altre iniziative propugnate da Genchi e dal movimento studentesco da lui guidato, hanno portato al finanziamento ed alla realizzazione dei più importanti ed efficienti edifici scolastici del cefaludese, dove oggi frequentano la scuola i giovani delle "Madonie".
Nonostante l’impegno nel movimento studentesco, la partecipazione agli organismi di rappresentanza delegata (il Consiglio d’Istituto, la Giunta Esecutiva dell’Istituto, il Consiglio Scolastico Distrettuale, la Giunta esecutiva del Distretto scolastico, ecc.), Gioacchino Genchi ha conseguito ottimi profitti negli studi superiori, conseguendo il diploma di maturità tecnica con il punteggio massimo di 60/60 (sessanta/sessantesimi).
Nel corso degli studi Genchi ha affrontato corsi sperimentali di informatica e di elettronica, perfezionandosi nel campo della topografia applicata e dell’utilizzo dei nuovi strumenti di agrimensura, per la rilevazione del territorio (si vedano, in particolare, i primi teodoliti al laser).
Chi doveva dire che quegli strumenti e quelle tecniche dovevano ritornargli oggi di grande utilità, applicati proprio al campo delle indagini e della localizzazione dei cellulari!
Gioacchino Genchi ha poi proseguito, in privato, degli studi umanistici, intrapresi presso la libreria del padre, dove ha coltivato incessantemente - a costo zero - il suo principale hobby: la lettura e la ricerca (dai testi di letteratura, alla filosofia, alla storia, alla matematica, alla statistica ed alle scienze applicate).
Conseguito il diploma di maturità tecnica, con un notevole background nell’uso delle prime tecnologie informatiche (all’epoca applicate solo ai settori finanziari, all’ingegneria ed alla topografia), ha iniziato subito a lavorare con un'azienda specializzata del centro Italia, acquisendo un'ulteriore professionalità e conoscenza nel settore tecnico e nell’uso delle prime applicazioni informatiche.
Contemporaneamente all’attività lavorativa, di cui non ha potuto far a meno (attese le condizioni economiche non troppo floride della sua famiglia), ha intrapreso gli studi universitari presso la Facoltà di Giurisprudenza, dell’Università degli Studi di Palermo, dove ha conseguito la laurea con 110/110 (centodieci su centodieci) e la Lode Accademica.
Nel corso degli studi universitari, oltre alle materie ordinariamente previste nel piano di studi quadriennale (conseguite con eccezionali punteggi), ha frequentato ben 10 “corsi liberi” in materie storico-giuridiche e romanistiche, tutti superati con la valutazione di “30 e Lode”.
Nel corso degli studi universitari ha altresì approfondito degli studi di Politica economica e finanziaria, redigendo la ricerca universitaria sul tema: "Riduzione della spesa pubblica e incremento delle risorse produttive".
Conseguita la laurea in Giurisprudenza il dr. Gioacchino Genchi ha subito intrapreso la carriera forense, eseguendo, in collaborazione con l’Università di Palermo, ulteriori ricerche in vari settori giuridici.
Ha conseguito, frattanto, a pieni voti l’abilitazione all'esercizio della professione di Procuratore Legale (oggi “Avvocato”), oltre all’abilitazione all’insegnamento di materie giuridiche negli istituti di istruzione superiore.
Per espletare il servizio militare (non ancora prestato), nel 1985 ha partecipato al Concorso pubblico a 200 posti di Vice Commissario in prova della Polizia di Stato.
Superato il concorso e classificatosi ai primi posti della graduatoria, ha svolto nei primi mesi dall’immissione in ruolo l’incarico di insegnamento di discipline giuridiche nelle scuole di Polizia.
Trasferito a Palermo nel 1987, ha da allora ricoperto diversi incarichi presso gli uffici della Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici della Polizia di Stato di Palermo.
Nel 1988 – per volontà del Capo della Polizia Vincenzo Parisi – è stata affidata al dr. Gioacchino Genchi (quando aveva ancora la qualifica di Vice Commissario), la Direzione della Zona Telecomunicazioni del Ministero dell'Interno per la Sicilia Occidentale di Palermo, già diretta da un funzionario "Dirigente" della Polizia di Stato, promosso "Dirigente superiore ad onorem" e collocato a riposo per raggiunti limiti d'età.
Si noti la particolarità ed il livello dell'incarico conferito, di qualificato rango dirigenziale, identificandosi la "Zona Telecomunicazioni del Ministero dell'Interno per la Sicilia Occidentale" quale ufficio periferico del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dotato di propria autonomia, (amministrativa, finanziaria, disciplinare, organizzativa etc), al pari delle Questure, dei Compartimenti di Polizia Stradale, Ferroviaria etc, e con competenza interprovinciale nelle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani.
Anche presso la sede di servizio di Palermo, unitamente alla direzione degli uffici ricoperti, il dr. Gioacchino Genchi ha ininterrottamente mantenuto l'incarico di docente di materie giuridiche (Diritto penale, Diritto processuale penale e Leggi di Pubblica Sicurezza) presso gli Istituti di istruzione della Polizia di Stato.
Nel corso dell'anno 1989 ha frequentato e superato il corso di formazione del Ministero dell'Interno per il conseguimento della specializzazione in "Informatica".
Nel novembre del 1989 ha svolto, per conto del Ministero dell'Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza, la relazione ufficiale sul tema: "La valenza del supporto informatico nelle indagini di polizia" al Convegno nazionale sul tema: "L'informatica nella lotta alla criminalità organizzata", organizzato dall'Università degli Studi di Palermo con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La relazione del dottor Gioacchino Genchi ha riscontrato vivo apprezzamento fra gli studiosi e le Autorità intervenute al Convegno ed i relativi atti sono stati integralmente pubblicati nella rivista di criminologia e psicopatologia forense (n. 2 dell'anno 1990), edita a cura dell'Istituto di Antropologia criminale dell'Università di Palermo (pubblicazione iscritta al n. 17/85 nel registro dei periodici del Tribunale di Palermo).
Ha partecipato a decine e decine di convegni, seminari, corsi di studio ed altre iniziative culturali ed universitarie.
Nel quadriennio di Direzione della "Zona Telecomunicazioni del Ministero dell'Interno per la Sicilia Occidentale" (maggio 1988 - maggio 1992) il dr. Gioacchino Genchi ha costantemente collaborato con diversi uffici investigativi – e direttamente con il Capo della Squadra Mobile dell’epoca, dr. Arnaldo La Barbera - nello svolgimento di particolari e riservate indagini di polizia criminale, per le quali ha curato la sperimentazione e la proficua utilizzazione di sofisticate tecnologie ed impianti informatici, radioelettrici e di telecomunicazioni.
In quegli anni, per il tramite del dr. Arnaldo La Barbera, ha collaborato con vari magistrati, fra cui Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, assistendo pure l’Autorità Giudiziaria dell’epoca nelle indagini sul fallito attentato della “Addaura”.
Ha partecipato in prima persona ed ha varato le più importanti tecniche di indagine, che hanno portato, fra gli altri, all’individuazione del covo di Totuccio Contorno a San Nicola l’Arena, dove il mafioso pentito è stato arrestato unitamente ad altri suoi sodali, con il contestuale sequestro di un vero e proprio arsenale.
In quel periodo ha messo a frutto delle originali tecniche d’indagine – quando si era ancora agli albori delle nuove tecnologie elettroniche – per l’installazione di una rete mobile di intercettazioni, utilizzata dall’Autorità Giudiziaria, con risultati di immediata e straordinaria eccezionalità, nella cattura del boss mafioso Pietro Vernengo, evaso tempo prima da una comoda detenzione ospedaliera in un nosocomio palermitano, a cui era stato ammesso prima di darsi alla macchia.
Si omettono di riportare gli ulteriori e numerosi risultati investigativi ed operativi al cui conseguimento ha contribuito l’attività svolta dal dr. Genchi, nell’ambito degli uffici che ha diretto presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Di ciò si trova ampio riscontro nelle rassegne stampa dell’epoca, negli archivi delle agenzie giornalistiche e, cosa più importante, nelle sentenze dibattimentali di condanna dei più pericolosi e sanguinari boss mafiosi e criminali comuni di varie parti d’Italia, confermate nelle fasi cautelari e nei diversi gradi di giudizio, persino con lusinghiere attestazioni di merito nelle motivazioni dei giudici che hanno redatto le sentenze, tutte confermate nei giudizi di legittimità, dalla Suprema Corte di Cassazione.
Nel 1992 - l'anno della “strage di Capaci” - il Capo della Polizia – Prefetto Vincenzo Parisi – gli ha affidato ad interim l’incarico di dirigente del “Nucleo Anticrimine per la Sicilia Occidentale”, per una più efficace azione di contrasto alla criminalità mafiosa e di collaborazione operativa alle indagini sulle stragi, condotte da un gruppo di fidati poliziotti, sotto la diretta direzione del dr. Arnaldo La Barbera.
Con i suoi due uffici - la Zona Telecomunicazioni ed il Nucleo Anticrimine - ha affiancato sin da subito il dr. Arnaldo La Barbera nelle indagini sulla stragi del 1992.
La sera del 19 luglio 1992 – alcune dopo la strage di Via Mariano d’Amelio, dove avevano perso la vita il Procuratore Aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e gli agenti di scorta – il Capo della Polizia Vincenzo Parisi ed il Ministro della Giustizia Claudio Martelli, hanno incaricato Genchi di organizzare e dirigere l’immediata evacuazione dei più pericolosi boss mafiosi, comodamente reclusi nelle carceri palermitane, al penitenziario di “Pianosa”.
In raccordo operativo con il Comando dell’Arma dei Carabinieri, con l’Aeronautica Militare e con la Direzione dell’Amministrazione Penitenziaria, nel giro di poche ore Genchi ha organizzato il trasbordo aereo degli oltre 150 “capi mafia” palermitani da Palermo a Pianosa, con gli aeroplani e gli elicotteri “Mangusta” dell’Aeronautica.
Alle 05:00 della mattina del 20 luglio 1992, già rombavano i motori degli aeroplani dell'aeronautica all'aeroporto di "Punta Raisi" di Palermo, che qualche anno dopo prenderà il nome - che speriamo riuscirà a mantenere - dei due magistrati assassinati: Falcone e Borsellino.
Poco più di un'ora dopo, i più pericolosi capimafia palermitani ed i loro sanguinari gregari erano già atterrati all'aeroporto di Pisa, dove con una sincronia ed un tempismo che ha pochi precedenti nella storia, erano ad attenderli i "Mangusta" dell'Aeronautica, per l'ultima tappa della trasferta verso "Pianosa".
Rientrato a Palermo la sera del 20-07-1992, Genchi si è rimesso a fianco del dr. Arnaldo La Barbera, alle indagini sulle stragi.
Nel corso delle indagini sulle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, ha fornito un contributo decisivo nell’approntamento delle tecniche di elaborazione e di analisi dei dati di traffico telefonici, perfezionati negli anni.
Di questo, di quanto ha fatto Gioacchino Genchi in quelle indagini (e di quanto non gli hanno consentito di fare), parlano le sentenze dei Giudici di Caltanissetta, che hanno riscontrato l’integrale vaglio di legittimità della Suprema Corte di Cassazione, con la condanna all’ergastolo di decine e decine di imputati, grazie anche al suo contributo determinante.
Delle indagini sulle “stragi del 1992”, si tratterà in altra sezione del sito.
Dal 1994 il dr. Gioacchino Genchi ha diretto il Centro Elettronico Interregionale del Ministero dell’Interno, con sede a Palermo, mantenendo l’incarico di insegnamento negli istituti di istruzione.
Ha svolto, negli anni, centinaia e centinaia di incarichi di consulenza tecnica e di perizia, per conto di Pubblici Ministeri, Tribunali, Corti d’Assise, Corti d’Appello, Tribunali Militari, GUP, GIP ed altri Uffici Giudiziari e Magistrati dello Stato: da Giovanni Falcone a Luigi de Magistris.
Di questo, comunque, si tratterà in altra parte del sito.
Ha contemporaneamente svolto dei corsi di formazione e di aggiornamento su vari temi ai Magistrati, su incarico del Consiglio Superiore della Magistratura, tanto in ambito nazionale, che in sede di formazione decentrata.
In ambito locale, su incarico dei Magistrati referenti e dei Consigli Giudiziari, ha tenuto delle lezioni nell'ambito della formazione degli "Uditori Giudiziari".
Ha svolto pure lezioni e seminari di aggiornamento per conto di vari istituti universitari ed agli Avvocati, per conto della Camera Penale di Palermo.
Ha sempre mantenuto eccellenti rapporti con Magistrati, Avvocati e con le parti processuali con cui ha interloquito.
Ha lavorato fianco a fianco, per venti anni, con poliziotti, carabinieri e finanzieri, che rappresentano il fiore all'occhiello delle diverse forze di polizia.
Con costoro ha mantenuto rapporti di amicizia e di stima professionale, ben oltre gli ambiti di impegno nelle indagini collaborate.
Nell’assolvere agli incarichi giudiziari che gli sono stati affidati, ha sempre e solo servito lo STATO e la GIUSTIZIA, nello strenuo tentativo di ricerca e di affermazione della VERITA’.
Questa è la biografia e la storia del "mascalzone", di quello "strano personaggio", addirittura di quel "Licio Genchi", che ha fatto l'errore più grande della sua vita: approntare il suo modesto aiuto di consulente, ad un giovane Pubblico Ministero di Catanzaro, che si chiama Luigi de Magistris.
25 commenti:
Illustrissimo dottore,
Lei ha commeso un errore madornale, mi consenta ...
Come dice la canzone " .... in questo mondo di ladri ......" certe cose non si fanno !!!!
Egregio, Lei ha dei Principii? Dei valori? Lei pensa di "servire lo STATO e la GIUSTIZIA, nello strenuo tentativo di ricerca e di affermazione della VERITA’"??? (e ancora ????)
Tsk, come dice Topolino.
Suvvia questa è l'epoca della banda bassotti!!!!
Comunque visto che, a quanto pare, Lei è Irrecuperabile, le inoltro, tramite questo post, tutta la mia stima e ammirazione.
La saluto cordialmente.
Cittadino Italiano
Caro Gioacchino,
forse dal vivo ti darei del Lei, ma qui, in questo angolino della rete, mi permetto di essere più informale.
Le tue parole, il tuo lavoro, sono una spinta eccezionale, una molla per far sì che un animo rattrappito si agiti e si svegli.
Ti dico soltanto grazie, per tutto quello che fai e per la passione che ci metti, sei uno dei motivi per cui c'è ancora un briciolo d'orgoglio nel sentirsi italiani. Le persone hanno bisogno di persone, di uomini e donne, non di supereroi e falsi miti. I giovani, come me, hanno una disperata necessità di leggere poche e toccanti righe, come la storia della tua formazione umana e professionale. Per tornare a credere, per trovare stimoli nello studio, per opporsi di fronte a un'ingiustizia e per sentire sulla propria pelle ogni atto violento commesso all'interno della loro/nostra società.
Grazie,
con infinita stima e altrettanto affetto
Francois Pesce
Stima, ammirazione e quant'altro.
Ci sono parecchi momenti di sconforto in noi giovani davanti a talune verita' sconcertanti, momenti che a volte fanno vacillare certezze e valori costruiti negli anni....
Nonostante cio' grazie alle persone come Lei, a quel suo cercare semplicemente la Verita', molti riescono a reindirizzarsi verso cio' che di giusto sanno di avere appreso.
Un grazie sentito,
Giovanni.
Gentile Dott. Genchi, mi chiamo Mario Camici e vivo e lavoro tra Prato e Quarrata in Toscana.
Gli ultimi avvenimenti, mi hanno veramente segnato, la preoccupazione di vivere in un paese "democratico di facciata" mi toglie il sonno.
Mi sento così strattonato a destra e a sinistra da telegiornali, dichiarazioni, rete, blog.......che non so più cosa pensare.
In che modo posso difendermi da questo inquinameno mediatico, dove posso reperire le giuste informazioni o è davvero solo un problema filosofico...un problema di punti di vista.....
Spero che si riesca a fare luce su questa faccenda e su tante altre.
Buon lavoro
Mario
La Calabria prima, e l'Italia intera poi, ha VITALE NECESSITA' di gente come Lei, come De Magistris, Forleo ecc. ecc...
Non molli. L'onestà e la tenacia sono beni PUBBLICI dei quali ormai non si può più fare a meno.
Gli onesti sono con Voi e non vi lasceremo soli.
Antonella
Caro Genchi,
ma tu quando indagavi sulla mafia, e ti lasciavano indagare, hai mai fatto arrestare degli innocenti? O meglio, ti viene qualche dubbio dopo le garanzie riconosciute agli indagati di cz, se le stesse garanzie venivano applicate a chi era indagato per mafia?
Grazie e non mollare, bartolo iamonte - bartoloiamonte@libero.it
pochi commenti al su blog...(che si abbia paura di essere "intercettati"? ;-) )
Perdoni la facile ironia, ma senza dubbio il suo lavoro è la lodare, lo dico come cittadina, e ha la mia piu' totale solidarietà.
Per lei sarà poco, capisco, ma di piu' come semplice cittadina non posso fare.
conosco la Sua fama da anni per mezzo di un conoscente comune che mi ha sempre parlato bene di lei e della sua professionalità. Adesso, ancora una volta, noto il suo nome in una indagine delicata... La ringrazio a nome mio e di tutta quella gente che non ne può più di QUESTO STATO...
Le esprimo tutta la mia solidarietà, anche a nome dei ragazzi del MeetUp di Palermo (che non rappresento ma che sono sicuramente solidali)http://beppegrillo.meetup.com/29
manifestazione PRO- DeMagistris.Forleo
16-dic-2007
Pzza della Repubblica - ROMA
Il fine é di far capire a tutti magistrati onesti della NOSTRA Italia e a tutti gli operatori onesti delle istituzioni che gli italiani apprezzano il loro lavoro, la loro abnegazione, il loro sacrificio e li continueranno a sostenere in futuro
"SIAMO CON VOI ANDATE AVANTI !! NON VI SCORAGGIATE !!"
La manifestazione é A*P*O*L*I*T*I*C*A
Si DIFFIDANO coloro ke appartengono a gruppi politici di partecipare al blog ed alla manifestazione
Esula dagli scopi dell'iniziativa di manifestare ESPLICITAMENTE -contro- qualcuno
_/_/_/_/_/_/_/_/_/_/
NOTA IMPORTANTE:
QUESTA INIZIATIVA *NON* é RICONDUCIBILE a BEPPE-GRILLO direttamente e neanke al suo Blog
LA MANIFESTAZIONE é proposta ed organizzata da semplici CITTADINI ITALIANI, che ESERCITANO IL LORO DIRITTO/DOVERE DI MANIFESTARE e NON AVRà connotazioni politiche.
_/_/_/_/_/_/_/_/_/_/
ABBIAMO BISOGNO DELL'AIUTO DI TUTTI
!!AZIONE!!
*** beppegrillo.meetup.c om/664/ ***
Gentile Dott.Genchi
per quanto Le possa servire,accetti la solidarietà ed il sostegno di un cittadino onesto quale ritengo essere,in attesa di tempi migliori,in attesa che questo popolo stupido e sfortunato possa essere governato da gente perbene.
Buona lavoro
Caro Gioacchino dott. Genchi, il popolo italiano dopo aver creduto alla rinascita della seconda repubblica ormai è sfiduciato e molto arrabbiato.
Beppe Grillo un comico che deve far riflettere gli italiani, si siamo a questo.
Non è un comico qualunque e ormai chi ha preso coscienza dell'inutilità di questi politicanti si sta rimboccando le maniche e grazie alla tecnologia riesce a fare informazione e noi tramite il blog di Grillo ci siamo diramati in discussioni e organizzati per poter scendere in piazza.
Dopo il Vday dell'otto settembre, solo a Roma siamo scesi in piazza l'otto Ottobre per portare solidarietà a De Magistris e la Forleo, insieme a Aldo Pecora di AMMAZZATECI TUTTI, presente anche la figlia di Alfano e la grande lettera del fratello del povero giudice Borsellino.
Anno Zero ha fatto il resto, e ha fatto paura ai vertici della cupola.
il giorno 21 Ottobre davanti al Consiglio dei Ministri a piazza Monte Citorio un centinaio di noi distribuiva volantini Pro De Magistris e in via del Corso fino a pza SS Apostoli, dalle 09,00 alle 14,00.
Il giorno 27 Ottobre davanti al CSM eravamo di meno ma tre vecchiette han fatto piu chiasso di un esercito fino a farne parlare sui quotidiani.
Non dobbiamo demordere, avanti come fusi, il Dio di verità non tarderà a far luce completa su why not, poseidone e toghe lucane.
Il diavolo sa fare le pentole ma non i coperchi. Ho fiducia e la ringrazio del suo giusto impegno a nome di tutti i meetup italiani che fanno riferimento a Grillo e a quanti altri si stanno svegliando dal torpore e non vogliono piu delegare a questa sottospecie umana che utilizzano le istituzioni per i loro giochetti invece di rivolgere le leggittime risorse a questa nostra grande Nazione e al suo popolo che spesso pecca di ignavia.
Grazie agli eroi ai martiri e alle persone come lei, al capitano dei carabinieri a De Magistris, Woodcock, la Forleo, Imposimato, Santoro, Travaglio, Beppe Grillo e tanti altri che lottano per la giustizia e l'onesta etica professionale che è sinonimo di Veri Cittadini Italiani.
In difesa delle istituzioni democratiche e la carta costituzionale scenderemo ancora in piazza a manifestare tutta la nostra rabbia e lo sconforto ma anche la determinazione di ristabilire la giustizia.
L'Italia non merita la bandiera delle mafie e delle logge segrete ma quel vessillo Tricolore per cui tanti vi hanno versato esangui la propria Vita.
Caro Gioacchino dott. Genchi, il popolo italiano dopo aver creduto alla rinascita della seconda repubblica ormai è sfiduciato e molto arrabbiato.
Beppe Grillo un comico che deve far riflettere gli italiani, si siamo a questo.
Non è un comico qualunque e ormai chi ha preso coscienza dell'inutilità di questi politicanti si sta rimboccando le maniche e grazie alla tecnologia riesce a fare informazione e noi tramite il blog di Grillo ci siamo diramati in discussioni e organizzati per poter scendere in piazza.
Dopo il Vday dell'otto settembre, solo a Roma siamo scesi in piazza l'otto Ottobre per portare solidarietà a De Magistris e la Forleo, insieme a Aldo Pecora di AMMAZZATECI TUTTI, presente anche la figlia di Alfano e la grande lettera del fratello del povero giudice Borsellino.
Anno Zero ha fatto il resto, e ha fatto paura ai vertici della cupola.
il giorno 21 Ottobre davanti al Consiglio dei Ministri a piazza Monte Citorio un centinaio di noi distribuiva volantini Pro De Magistris e in via del Corso fino a pza SS Apostoli, dalle 09,00 alle 14,00.
Il giorno 27 Ottobre davanti al CSM eravamo di meno ma tre vecchiette han fatto piu chiasso di un esercito fino a farne parlare sui quotidiani.
Non dobbiamo demordere, avanti come fusi, il Dio di verità non tarderà a far luce completa su why not, poseidone e toghe lucane.
Il diavolo sa fare le pentole ma non i coperchi. Ho fiducia e la ringrazio del suo giusto impegno a nome di tutti i meetup italiani che fanno riferimento a Grillo e a quanti altri si stanno svegliando dal torpore e non vogliono piu delegare a questa sottospecie umana che utilizzano le istituzioni per i loro giochetti invece di rivolgere le leggittime risorse a questa nostra grande Nazione e al suo popolo che spesso pecca di ignavia.
Grazie agli eroi ai martiri e alle persone come lei, al capitano dei carabinieri a De Magistris, Woodcock, la Forleo, Imposimato, Santoro, Travaglio, Beppe Grillo e tanti altri che lottano per la giustizia e l'onesta etica professionale che è sinonimo di Veri Cittadini Italiani.
In difesa delle istituzioni democratiche e la carta costituzionale scenderemo ancora in piazza a manifestare tutta la nostra rabbia e lo sconforto ma anche la determinazione di ristabilire la giustizia.
L'Italia non merita la bandiera delle mafie e delle logge segrete ma quel vessillo Tricolore per cui tanti vi hanno versato esangui la propria Vita.
Grandissimo Dottore continui così sperando che non la fermano dai piani alti.
Un suo allievo al 33° corso nazionale AAL (31° Panormus)
Davide
p.s.: purtroppo c è tanta gente invidiosa di Lei
p.s.2: ma perchè con Firefox non fà mettere l accento?? si apre in automatico la ricerca automatica..
La ringrazio per la chiarezza e la documentazione messa a disposizione...
Il mondo cambia e la rete ci puo aiutare a combattere il marcio. La prego di non desistere dal disponibilizzare documenti interessanti ed utili alla comprensione di tutti.
Le auguro buon lavoro e spero che il nostrro sostegno morale per la sua opera professionale e civica di cittadino onesto Le possa servire a continuare a dare il meglio di se al nostro paese.
Con stima e ammirazione
Dr. Massimo Tomaselli
Immagini di terre lontane
soggiungono nel mio sonno inquieto
mentre pensieri autonomi si rincorrono
intrecciandosi e perdendosi
fra bugie quotidiane ed azioni crudeli
che tolgono il fiato ad ogni speranza.
Pregando nel buio della ragione
affido a Dio la mia fede nello Stato
e nelle leggi che lo regolano.
Un saluto
"Amanda"
P.S.
L'Italia non è fatta solo di Bande Bassotti...esistono molti "mascalzoni" irrecuperabili...che mantengono le promesse....nonostante le difficoltà.
Dr.Genchi, sn una cittadina italiana che da anni ormai vive in Canada.Ho sempre avuto un gran "magone" pensando all'Italia e soprattutto pensando che i miei figli fra qualche anno nn ne avranno che uno sbiadito ricordo.
Ma ora - vedendo tutto il marcio che sta venendo alla luce del sole - mi rendo conto che la mia scelta estremamente sofferta di lasciare "casa mia" è stata una scelta buona soprattutto per loro e per il loro futuro.
COntinui a comportarsi in modo retto e onesto, la gente per bene esiste ed è in grado di giudicare e capire.
Io stessa da lontano, leggendo di lei e dell'ufficiale dei carabinieri allontanati dall'indagine, nn ho impiegato che un secondo a trarre le conclusioni....... che amarezza e che vergogna :(
Eppure le persone oneste ci sono e sono tante, devono solo unirsi e dare voce alla loro onestà.
Mi raccomando, tenete duro!
Lio
sono meridionale... emigrante all'estero
quando vedo mastella (ke é originario delle mie zone) in televisione MI VERGONGNO DELLE MIE ORIGINI
quando leggo il suo blog, ascolto la Forleo e Luigi DeMagistris mi ritorna LA VOGLIA DI CREDERE KE ANKE NEL SUD ITALIA CI SIANO ANCORA GRANDI PERSONAGGI. Uomini/Donne TUTTI DI UN PEZZO
grazie Genchi
NON FINIRà COSI, la battaglia DELLA LEGALITà é ANCORA LUNGA MA alla fine la vittoria SARà di noi altri, miti ed onesti.
L'ITALIA dei politici-ladroni, dei generali massoni, magistrati venduti, delle mignotte sbandierate ... STA SPROFONDANDO nella stessa melma ke fa generato
il tempo é galantuomo
Genchi is Rock!!! Tutto il mio rispetto... Facciamo pulizia in quella fogna che e' la politica!!! Fossero tutti come voi... Grazie per quello che hai fatto e che farai!
grazie per la tua limpidezza e onestà tu non rappresenti lo stato..tu sei lo stato!! cosi come lotti servendo il paese io mi inginocchio davanti al tuo coraggio
In Italia l'informazione è oramai imbrigliata, personalmente oramai la chiamo disinformazione e sta svolgendo un lavoro titanico nell'ottundere le coscienze degli italiani: dai TG all'Isola dei Famosi il pEnorama è un continuo di banalità (i casi di gran lunga migliori), falsità e omissioni.
In questo genere di ambiente è veramente dura cercare di mantenere un'idea sensata di "dove stiamo andando", di "che società stiamo formando", senza arrivare ai Grandi Temi ma semplicemente guardando le piccole cose di tutti i giorni.
Sempre in questo panorama, la banalità ed il luogo comune recita che il sud dell'Italia, i "terù" per "noi del nord", sono solo degli approfittatori, delle zavorre, una rappresentazione del cancro e dell'illegalità diffusa che spadroneggiano nello stivale.
E' invece una vera e reale boccata d'ossigeno leggere i fatti che lei espone (son riuscito a scaricare il PDF del suo rapporto preliminare sull'indagine Why not), fatti semplici, senza interpretazioni, storture, coloriture o altro.
Poi ho continuato seguendo l'indagine che quei bravi giornalisti stanno conducendo su "Il Secolo XIX" (esistono ancora i bravi giornalisti, incredibile eh?) ed ho cercato dei riscontri, degli echi, sulle testate più note (Repubblica, il Corriere, l'Unità...) niente, il nulla.
Alla fine, dopo qualche ricerca via Google, son capitato sul suo sito e sul blog (è strano come, leggendo citazioni su altri argomenti, i link abbondino, mentre si legge del "sito web di Genchi" ma di link nessuna traccia ;-)).
Io e lei siamo persone piuttosto diverse, quasi coetanee e con la passione per l'informatica e per la ricerca della verità ad unirci, ma non mi ritengo alla sua altezza: lei ha conseguito (e spero continuerà a conseguire) risultati importanti ed eclatanti, io sono un normale cittadino, impiegato bancario (ex sistemista TLC) e posso solo "vantarmi" di cercare di pensarla "bene", di credere che per la nostra grande Repubblica ci sia un futuro, un futuro Europeo, un futuro di legalità e di gente che la pensa come me e come lei, che vuole una crescita nell'uguaglianza e nella legalità, al nord come al sud.
Sono una "piccola fiammella", rispetto alla grande luce che un "faro" come lei rappresenta, e dò con piacere la piccola luce di cui dispongo, come lei dà la sua.
Assieme a tante altre "fiammelle" che leggo anche qui nel blog, riusciremo a non far calare la nera cappa dell'oscurità criminale, se mi perdona il tono aulico che, in genere, non mi appartiene.
Mi permetta quindi di ringraziarla per quanto ha fatto non solo per sè stesso e per la propria coscienza ma per tutti noi, per averci dato speranza, per l'indubbio rischio che questo comporta, sperando sempre che non sia solo il rosso della nostra bandiera ad ingrandirsi, ma anche il bianco ed il verde!
un cittadino
Caro Gioacchino, perdonami se ti do del tu, ma lo faccio con l'orgoglio di essere tuo compaesano! Tu non mi conosci naturalmente, sono un ragazzo, un commerciante, di questo bellissimo paese che ha dato i natali a persone eroiche nello svolgere il proprio lavoro, persone come te e come Lirio Abbate, alle quali ognuno di noi dovrebbe quanto meno ispirarsi nella quotidianità della vita sociale e civile. Io scrivo spesso commentando su Castelbuono.org, indovina qual'è il mio nick "Grillo Parlante", avrai sicuramente intuito che idee posso avere, tant'è che grazie alla disponibilità da parte del padre di Castelbuono.org, il mio amico Miche Spallino, ha dato spazio ad un mio articolo (http://castelbuono.org/11/06/scusate-se-insisto-ma-sono-un-utopista/) per esprimere le mie paure che la libertà italiana sta correndo, poichè a parer mio ogni giorno passa un segnale sbagliato il quale cancella l'ingiusto dai ricordi di ogni cittadino con mezzi paragonabili a veri e propri lavaggi di cervello istituzionalizzato, l'ho scritto perché dentro di me c'è tanta rabbia di fronte alle ingiustizie che subiamo noi tutti cittadini, che però non sempre ci indignamo adeguatamente, poichè abbiamo memoria corta. Sappi che hai tutta la mia stima, come hanno la mia stima tutte le persone rette che svolgono con onestà il proprio lavoro. Sono veramente orgoglioso di essere tuo compaesano, così come di altri nostri compaesani, che io non mi vergogno a definire veri e propri Eroi Italiani! Vai avanti cosi Giuseppe, e se verrai a Castelbuono, per delle conferenze io ci sarò!
Saluti da Castelbuono
Grillo Parlante alias Di Vuono Daniele
Grazie Daniele,
spero di conoscerti presto.
Intanto ti dico che questa esperienza - invero poco felice ed inaspettata - mi ha aiutato a guardare meglio dentro me stesso ed ad esaltare ciò che c'era di più buono.
In questo non potevo che ritrovare il mio paese e i miei compaesani, che per necessità di vita e di lavoro - e non certo per mia volontà - avevo lasciato lontani.
Mi hanno attaccato e mi hanno pure sfottuto – vedi la polpetta avvelenata del “Il Sole “24 ore” del 28-10-2007 - per essere un castelbuonese.
Questo ha fatto scattare la molla, posto che oltre a Castelbuono, hanno cercato di mettermi contro i vivi e i morti.
Dal Ministro dell’Interno all’ex Capo della Polizia Gianni De Gennaro, e pure Falcone e Borsellino.
Si sono fatti i conti con l’anagrafe e non sono riusciti a farmi partecipare alla strage di “Portella di Ginestra”, solo perché non ero ancora nato il 1° maggio del 1947.
Dopo il post sul blog di Beppe Grillo, giornalisti democratici, i magistrati coraggiosi, e tanti poliziotti, carabinieri ed altri appartenenti alle forze dell’ordine; gli avvocati, i cancellieri, gli assistenti e pure i commessi e gli autisti giudiziari che mi conoscono; si sono precipitati e si stanno precipitando a darmi la loro solidarietà.
Mi ha scritto pure un detenuto dal carcere, che io avevo contributo a fare condannare e che era indignato per quanto aveva letto sui giornali. Figurati!
Sono inondato di e-mail e di messaggi al cellulare, ai quali rispondo un ad unno, a costo di fare l’alba.
Fra questi ci sei pure tu, insieme ai tanti castelbuonesi, ai quali va il mio saluto ed il mio affetto sincero.
Non saremo certo i migliori d’Italia, ma non abbiamo nulla di invidiare a Ceppaloni.
In più, una cosa è certa, non avremo un “illustre” (Sic!) concittadino come lo hanno loro, ma solo un vile “mascalzone”.
A giudicare i fatti, però, forse possiamo esserne fieri!
Viva Castelbuono!
Viva la Democrazia!
Viva la Giustizia!
Con tanto affetto ed amicizia.
Gioacchino Genchi
Grazie a te,
il ricordo che hai di mio padre valgono più di mille parole, e sono degne di un VERO UOMO, quale ti reputo.
Sono cambiate tante cose, vivo a Roma, mi sono sposato ed ho una moglie e due bimbe splendide, a volte come ogni castelbuonese il pensiero vola verso un paesino dominato da un castello, ed un velo di nostalgia mi assale...
Ti rivelo che mio padre era prima di tutto un uomo con il massimo rispetto per le Istituzioni, per la Res Pubblica, come saprai aveva servito lo Stato con la divisa di Sottufficiale dell'Esercito e per lui ogni persona che portava la Divisa rappresentava lo Stato a prescindere dalle debolezze personali che possono offuscare l'immagine di uomo ma Mai di un Istituzione.
Non sono parole retoriche ma ogni volta che mi è capitato di leggere il tuo nome, di seguire il tuo esemplare comportamento io ho rivisto l'immagine che mio padre aveva di un VERO rappresentante dello Stato, una Persona che la Divisa la porta nel cuore mettendosi al servizio degli altri.
Stamane ho deciso di scriverti per darti il mio semplice saluto e cercare in qualche modo di contribuire a farti capire quanto sia importante quello che hai fatto nel passato e continui a fare nel presente, non avrei potuto continuare a sentire cattiverie sul tuo conto.
Qualche anno fa, mi sono ritrovato sottomano la sua domanda di iscrizione al Corpo Militare della Croce Rossa, la sua nomina a Sergente e poi a Sergente Maggiore credo proprio nel periodo che studiavate insieme. Bene avevo deciso di fargli un regalo particolare, ed essendo Infermiere ho avuto l'occasione di iscrivermi al Corpo Militare dei Cavalieri di Malta, lui quando è arrivata la risposta positiva alla mia istanza, pur essendo già minato dall'età e dalla malattia sembrava ringiovanito e quando mi ha visto in divisa le volte che venivo richiamato mi accorgevo che aveva le lacrime agli occhi.
Due giorni dopo il suo funerale arrivava a casa una lettera del mio Comando in cui mi si annunciava la mia Promozione al gardo di Sergente...era stato Lui a farmi il regalo.
Questo piccolo aneddoto per dimostrarti quanto contava per lui una semplice Divisa e soprattutto quando una Divisa indossata nel cuore per lui fossero importanti oserei dire basilare per la civiltà. Sii orgoglioso di quello che hai fatto, e soprattutto sii sempre fiero ed orgoglioso del fatto che la tua Coscienza non ti deve rimproverare nulla. Questa è la cosa che più ti fa onore aldilà delle meschine dichiarazioni di un senatore mastella, che quando non si può attaccare a fatti concreti, pur di attaccarti vomita accuse ridicole sui compensi delle consulenze, ma in compenso quando la sera incroci gli occhi dei tuoi figli non devi abbassare lo sguardo proprio perchè la tua Coscienza è pulita.
Un abbarccio fraterno ed un augurio sincero per poter qualche volta mangiare insieme "panie alivi e pani cunzatu..."
Ti saluta anche mia mamma.
Gioacchino
Grazie Gioacchino (che curioso parlare ad uno che si chiama come ne. Non mi capita spesso).
Grazie ancora.
Aggiungere altre parole alle tue sarebbe solo retorica.
Io "la divisa", invero, l'ho portata poco. Sono stato quasi sempre "in borghese".
Ho però sempre tenuto con me il distintivo da poliziotto.
Al centro c'è il sigillo della Repubblica, col fregio dello Stato.
Ebbene sì, quello l'ho tenuto cucito nella pelle, posto che ho servito solo, sempre e soltanto lo Stato.
Ho lavorato onestamente e mi hanno pagato.
Ho guadagnato e certo non ci ho rimesso.
Ho guadagnato comunque sempre tutto onestamente e meno di Mastella e di tanti altri.
Non prendo la pensione avendo in tutto lavorato solo pochi mesi, come Mastella.
Non ho mai comprato appartamenti al centro di Roma a prezzi realizzo, come Mastella.
Non ho mai ricevuto finanziamenti dallo Stato, come i giornali e le società editoriali di Mastella.
I miei figli non lavorano in nessun ministero.
Mia moglie non l’ho impiegata in politica e fa il suo onesto lavoro di magistrato, che faceva ancor prima che io la conoscessi.
Non uso “auto blu” ed uso da sempre e solo la mia autovettura, rigorosamente ecologica.
Pago io la benzina, le gomme, l’olio ed il meccanico.
Pago io il Telepass, con addebito sulla mia carta di credito e non ho la “tessera gratuita” della società autostrade.
Pago regolarmente di tasca mia tutti i biglietti del treno, dell’aereo, del tram, dell’autobus e della metropolitana.
Pago il biglietto del cinema, dello stadio, della discoteca e financo di ingresso al “Castello dei Ventimiglia” e le “Museo Minà Palombo”, tutte le volte che ci accompagno degli amici, in visita a Castelbuono;
Lascio la mancia a padre Calì, tutte le volte che accompagno gli stessi conoscenti di cui al punto precedente, nelle cripte della “Matrice Vecchia”
Pago da sempre l’abbonamento alla RAI, anche se – onestamente – mi verrebbe spesso voglia di farne a meno e non certo per risparmiare.
Pago l’abbonamento a Sky (completo), come da prima pagavo l’abbonamento a Tele+, anche quando si potevano taroccare le carte, e lo sapevo pure fare.
Compro solo DVD originali ed ho una collezione che fa invidia.
Compro la musica sui CD-ROM e DVD marcati SIAE, come pure col marchio SIAE sono tutte leVHS e le musicassette che si trovano a casa mia.
Ho scaricato da E-mule solo qualche vecchio pezzo di Francesco Guccini, di Fabrizio Marzi e dei Nomadi, che non riuscivo altrimenti a procurarmi.
Ho le licenze d’uso che compro a fior di quattrini, di tutti i programmi ed i sistemi operativi che utilizzo (anche se la cosa, non per i soldi, mi da non poco fastidio).
Non uso attrezzature, locali e personale dello Stato.
I miei collaboratori sono tutti messi in regola, con regolare contratto di lavoro.
Dalle Società di cui mi avvalgo, pretendo che il loro personale sia tutto messo in regola e con buona pace per il nome del giurista assassinato, non consento a nessuno di stipulare contratti ai miei collaboratori con la “legge Biagi” e di non rispettare tutte le garanzie retributive, assicurative e previdenziali, in favore dei lavoratori.
Non uso telefoni e telefonini di servizio del Ministero dell'Interno o della Giustizia, o di altro Ministero o ente pubblico.
Pago io, coi miei soldi, tutte le bollette di luce, gas e telefono e faccio con la mia carta di credito le ricariche del cellulare.
Mangio a casa mia e non utilizzo le “bouvette”.
Ho rinunciato per scelta personale e per pura deontologia - senza che me lo chiedesse o imponesse nessuno - allo stipendio da Funzionario della Polizia di Stato, alle indennità ed alla tredicesima (e non è poco), da quando faccio a tempo pieno il consulente dell’Autorità Giudiziaria (giugno del 2000).
Ho rinunciato ad una florida carriera in Polizia: alcuni dei miei colleghi di corso hanno già il grado di Questore.
In polizia ho difeso numerosi poliziotti, fra cui il valoroso agente di scorta che avvistò la bomba della “Addaura”, quando volevano far saltare in aria per la prima volta il Giudice Falcone; per una triste vicenda connessa ad un incidente stradale, dove era morto un giovane ad un incrocio, oltre ad una pesante condanna in Tribunale, rischiava pure di perdere il posto di lavoro.
Quando vado al ristorante pago il conto, lascio la mancia e molto raramente mi capita di essere ospitato.
Non ho mai ricevuto regali da nessuno, eccetto qualche bottiglia di vino o di olio (da un litro) da qualche amico castelbuonese, qualche barattolo di olive, oltre al panettone per Natale (da sempre), dal mio amico di infanzia Martino Fiasconaro.
Non faccio né ho fatto mai regali a nessuno, eccetto a qualche amico che se lo è meritato, sempre e solo qualche panettone, che ho comprato (e pagato) sempre da Martino Fiasconaro.
Pago le tasse in anticipo su quello che guadagno e persino su quello che ancora mi devono pagare e lo ho pagate pure su quello che non mi hanno pagato.
Se tutto questo è un illecito allora io sono un criminale.
Hanno fatto bene a scarcerare a Tavaroli, se non altro per liberare un posto in carcere e riservarlo forse per me.
Qualche altro lo dovranno pure trovare e forse lo stanno pure cercando, per il Giudice Luigi de Magistris.
Per la Giudice Caterina Forleo, devono avere trovato qualche difficoltà nelle carceri femminili.
Non si sono persi d'animo.
Hanno pensato di farla passare per pazza, così da poterla rinchiudere in qualche manicomio.
Questa è satira, anche se purtroppo in Italia la satira è spesso diventata "storia".
Ce la prendiamo a ridere, dopo il dispiacere che mi hai dato, con la notizia di tuo padre.
Non ci crederai ma sei riuscito pure a farmi uscire qualche lacrima.
In questo mi sovviene Sant’Agostino, secondo cui “i Morti non sono degli assenti, ma degli invisibili, che illuminano i nostri occhi pieni di lacrime con i loro occhi pieni di luce!”
Ti confesso, che per un uomo navigato come me e forse abbrutito dal mestiere del poliziotto, quella di piangere non è una cosa che mi capita spesso.
Non ricordo nemmeno quando è successo l'ultima volta.
Sicuramente quando è morto mio padre.
Ho così associato al suo il ricordo di tuo padre e con questo ti saluto.
Grazie. Grazie ancora, con affetto e con semplicità.
Quella semplicità che fa di noi castelbuonesi delle “persone normali, anche quando ci ritroviamo insieme, sia pure per mangiare "pane cunsatu e pani e alivi".
Un forte abbraccio a te ed ai tuoi cari ed alla tua meravigliosa mamma.
Gioacchino Genchi
Ho poche cose da aggiungere alle tante manifestazioni di stima che, comuni cittadini, Le hanno già inviato.
Mi auguro che la sua battaglia (sarà dura e pericolosa) riesca a fare quel poco di luce, per convincere quella "massa" di cervelli inerti che si ostinano a non guardare i fatti!!!
Con stima
Pier Luigi
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