giovedì 28 aprile 2011

PISANU SCAGIONA GENCHI

PISANU SCAGIONA GENCHI

L'ex ministro ai pm: "Quelle utenze telefoniche non sono mie"

di Antonio Massari, da Il Fatto Quotidiano di giovedì 28 aprile 2011, pag. 1

"Non sono le mie utenze telefoniche". Bastano queste poche parole, pronunciate pochi giorni fa dal presidente della commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, a demolire le basi del "più grande scandalo della storia della Repubblica". Fu con queste parole che, nel 2009, Silvio Berlusconi definì Gioacchino Genchi. Parliamo del consulente informatico che lavorò con Giovanni Falcone, che s'è occupato delle stragi di Capaci e via D'Amelio e che oggi sarà in tribunale, a Roma, per la sua prima udienza da imputato: l'accusa è di concorso in abuso d'ufficio, con l'ex pm Luigi De Magistris, per aver acquisito illegalmente, nell'inchiesta Why Not, i tabulati di otto parlamentari. "Il più grande scandalo della storia della Repubblica", a partire da oggi, rischia però di ribaltarsi. C'è una sorpresa firmata dal presidente della commissione Antimafia, Giuseppe Pisanu, che in un verbale d'interrogatorio scagiona totalmente Genchi. E rovescia l'impianto accusatorio firmato da un'informativa del Ros dei carabinieri.

TRA LE UTENZE telefoniche indebitamente "trattate" da Genchi – sostiene il Ros – c'è anche quella di Pisanu. Interrogato dagli avvocati di Genchi, nel corso delle indagini difensive, Pisanu smentisce categoricamente: nessuna delle utenze appartiene a lui. A questo punto, lo "scandalo" è l'approssimazione delle indagini che hanno portato Genchi in un ciclone di accuse infondate. Quando gli avvocati Ivano Iai e Fabio Repici elencano i cinque numeri di telefono – quelli che Genchi avrebbe illegittimamente acquisito e processato – Pisanu non ha dubbi: "Riconosco esclusivamente quella contraddistinta dal n° 335 (…), in uso esclusivo a mia moglie Anna Maria. Delle altre (…) è certo che non si tratta di utenze in uso a me, né come utenze personali, né come utenze di servizio". Quattro righe che smontano un castello d'accuse inviate, il 16 giugno 2009, all'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, e ai pm Nello Rossi, Andrea de Gasperis e Maria Cristina Palaia. Secondo il Ros, non solo Genchi avrebbe acquisito i dati di Pisanu, ma avrebbe nascosto il suo intento al pm: "Tutti i riferimenti a "Giuseppe Pisanu"e al "ministero dell'Interno" vengono accuratamente omessi da Genchi nella relazione al pm". Il Ros precisa che per un'utenza, che Genchi indica appartenere a Stefania Ilari, nella rubrica sequestrata ad Antonio Saladino, l'unica indicazione era riferita, invece, proprio a Pisanu. È quella della moglie di Pisanu, Anna Maria, che non è soggetta alle guarentigie e anche per il Ros non sarebbe stato difficile accertarlo. Il Ros si limita invece a rilevare che, già dall'agenda di Saladino, i numeri dei telefoni risultavano riconducibili a Pisanu. Anche quella che Genchi ritiene intestata a Stefania Ilari che, nella rubrica di Saladino, viene nominata in questo modo "Pisanu Am*". Né la "A" né la "M" corrispondono alle iniziali di Pisanu. E infatti si tratta di sua moglie. Ma stranamente il Ros – che ha scandagliato le utenze dello staff e della famiglia di Pisanu – questo "dettaglio" non riesce a scoprirlo. Anzi scrive: "Genchi utilizzava solo le risultanze dell'utenza di Stefania Ilari", evitando di associarla al senatore Giuseppe Pisanu, intestatario di tale utenza sin dal 2001. Stefania Ilari era stata intestataria del numero telefonico tra il 1998 e il 2000, annota sempre il Ros, mentre dal 2001 viene intestata a Pisanu. E quindi: "Appare evidente che l'indicazione di tale nominativo – Stefani Ilari –, ormai privo di significato, ha avuto come unico effetto quello di evitare il diretto riferimento del tabulato al senatore della Repubblica Giuseppe Pisanu, nella richiesta che andava autorizzata al Parlamento".

LA STORIA – alla luce delle dichiarazioni del diretto interessato – Giuseppe Pisanu – va completamente riscritta. A cominciare dal motivo che porta Genchi e de Magistris a incontrare, nell'ambito di Why Not, l'ex ministro dell'Interno. I motivi sono due. Il primo: un sms tra il principale indagato in Why Not, Antonio Saladino (poi condannato a due anni di reclusione per abuso d'ufficio) con il prefetto (…) Corrias: "Adecco-Eda partecipano a una gara per il voto eletronico vor entrare in Ati con Why Not". Vincenzo Corrias lo rintraccia in breve tempo: "Ti chiamo io fra poco, Tonì ". A giudicare dallo sms, Saladino chiede a Corrias di entrare nell'affare che riguarda il progetto di voto elettronico. L'affare non andò in porto. Ma Genchi e De Magistris indagano sull'interesse di Saladino che, di lì a poco, chiama una signora per portarle un "pensierino natalizio". C'è un fatto strano: il regalo di Natale vuole consegnarlo a febbraio inoltrato. E la signora usa il telefono che, lo stesso Saladino, ha nominato così: "Pisanu A M * ". È la moglie di Pisanu che, peraltro, farà di tutto – come dimostra Genchi – per non incontrare Saladino e per non ricevere il "regalo", trattandolo con ostentata freddezza.

Interrogato dai pm è lo stesso Genchi a spiegare: "Sono stato io a impartire ai miei collaboratori gli approfondimenti sulle utenze dei familiari, dei collaboratori e dei figli del senatore Pisanu, proprio per le risultanze che erano emerse dall'indagine Poseidone a proposito dell'affidamento del voto elettronico e a un probabile tentativo di estorsione, posto in essere con una campagna di stampa mistificatoria, anche in danno del senatore Pisanu, sui rischi per la democrazia del voto elettronico (…), del tutto assurdi ed infondati, frutto di autentiche mistificazioni". Nessuna omissione ai pm. Semplicemente: Genchi non chiede l'acquisizione dei tabulati di Pisanu.

Il motivo: non c'è interesse investigativo.

Al limite, l'ex ministro, era vittima d'una campagna di stampa mistificatoria che, sottolinea Genchi, non riguardava l'inchiesta di Enrico Deaglio, pubblicata in perfetta buona fede da Diario, ma l'intento delle fonti che l'avevano sollecitata. Infine, conclude Genchi, "nei confronti di Pisanu avevo e ho una profonda stima e ammirazione per il coraggio con il quale mi ha difeso in Parlamento nel 2004 quando, nel frangente delle indagini sul presidente della regione Sicilia Totò Cuffaro e sulle talpe nel ROS ed alla DDA di palermo sono stato oggetto di un durissimo attacco da parte degl amici di Cuffaro".

Fu altro – come spiega a Edoardo Montolli, nel libro intervista "Il caso Genchi" – a smuovere l'interesse investigativo. E cioè: "Il fatto che il numero di cellulare che usava suo figlio Gianmario (…) e che era riportato alla voce Gianmario Pisanu su ben quattro agende di Saladino, era intestato fin dal 2001 proprio alla Accenture spa". Cos'è la Accenture spa? "L'azienda che realizzò, insieme a Eds e Telecom, l'appalto del voto elettronico. La stessa azienda nei confronti della quale erano state dirette le attenzioni di chi aveva innescato la campagna di delegittimazione che coinvolgeva finanche il ministro".

GENCHI oggi dichiara: "Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e nelle istituzioni dello Stato. Oggi la mia fiducia viene ripagata da un uomo dello Stato che ha anteposto la verità alle logiche della politica, al contrario di come hanno fatto altri politici che ancora vorrebbero far credere di rappresentare l'alternativa a Silvio Berlusconi".

"Una vicenda d'enorme rilievo per le istituzioni democratiche", commentò Francesco Rutelli, all'epoca presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza), che definì l'attività di Genchi "un vero e proprio pedinamento elettronico sistematico".

Gioacchino Genchi a Bologna, sabato 30 aprile 2011, ore 14:30-18:30

Sabato 30 aprile 2011, dalle alle ore 14:30 alle 18:30, a Bologna, al Teatro delle Celebrazioni, parteciperò con Antonio Di Pietro, Peter Gomez, Moni Ovadia, Shel Shapiro, Tony Troja, Antonio Cornacchione e Francesco Spada, all'evento-spettacolo organizzato dall'Italia dei Valori dal titolo "IMPEDIRLO E' LEGITTIMO".
Ingresso libero.

mercoledì 27 aprile 2011

Gioacchino Genchi a Fermo, venerdì 29 aprile 2011, ore 21:00

Venerdì 29 aprile 2011, alle ore 21:00, a Fermo, nella Sala dei Ritratti, parteciperò all'incontro organizzato dai giovani dell'Italia dei Valori del fermano, con la presentazione del libro "Il caso Genchi: storia di un uomo in balia dello Stato", di Edoardo Montolli, Aliberti editore.
Interverrà Tiziano Vagnoni, Coordinatore provinciale dei giovani IDV. Modererà l'incontro la giornalista Angelica Malvatani.




Gioacchino Genchi a Ischitella (FG), sabato 7 maggio 2011, ore 19:30

Sabato 7 maggio 2011, alle ore 19:30, a Ischitella (FC), nella Piazzetta San Francesco, parteciperò al convegno sul tema "Da 150 anni … fratelli d'Italia", organizzato dal Giovani Democratici di Ischitella.
Presenterà Eustachio Caputo. Interverranno: Antonio Stornelli, segretario provinciale dei Giovani Democratici, Valentina Lucianetti, Responsabile provinciale del Dipartimento Giustizia e Legalità del PD, l'avv. Fernando Gallone e Andrea Leccese, autore del libro "Torniamo alla Costituzione", vincitore del "premio Paolo Borsellino".

sabato 23 aprile 2011

Imputato, ma con la stessa dignità

Imputato, ma con la stessa dignità

di Gioacchino Genchi, dal blog de "il Fatto Quotidiano" di sabato 23 aprile 2011


Ieri, 22 aprile 2011, i miei difensori Ivano Iai e Fabio Repici hanno depositato al Gup del Tribunale di Roma Barbàra Callari gli esiti di una importantissima attività difensiva, che smentisce in modo plateale le conclusioni del Reparto Tecnico del Ros di Roma, nel processo che mi vede imputato per la presunta acquisizione dei tabulati telefonici di alcuni parlamentari. Grazie alle corrette e puntuali testimonianze di una importante carica istituzionale dello Stato, sono state smentite le frettolose conclusioni con le quali si è sostanzialmente voluta impedire la prosecuzione della mia collaborazione con l’Autorità Giudiziaria, nei processi e nelle più importanti indagini che si stavano svolgendo in Italia.

Alla vigilia della riapertura delle indagini sulle stragi di Capaci e Via d’Amelio, mentre emergevano elementi incrontrovertibili sui depistaggi di Stato che avevo denunciato sin dal lontano 1992, qualcuno doveva impedire che io potessi dare il mio contributo ai magistrati. Ecco l’origine della mia delegittimazione personale e professionale, ad opera di quanti con quelle stragi e su quelle stragi hanno fondato le proprie fortune politiche. E’ proprio nella genesi del partito di Forza Italia e nella nascita della Seconda Repubblica che si colgono gli aspetti più inquietanti delle collusioni e dei depistaggi che hanno sorretto le “trattative” fra lo Stato e la mafia e determinato l’evoluzione della stagione stragista del 1993.

Ecco perché mi hanno delegittimato, nel tentativo – riuscito – di bloccare la mia collaborazione con l’Autorità Giudiziaria. Ci avevano già provato allo stesso modo nel 2004, con attacchi giudiziari e in Parlamento, quando mi stavo occupando delle indagini sulle “Talpe” alla Dda di Palermo e sull’onorevole Cuffaro, dopo avere collaborato alle indagini su Marcello Dell’Utri e su tanti altri politici siciliani collusi con la mafia (Franz Gorgone, Domenico Miceli, ecc.).

L’unica differenza con le vicende di Catanzaro è che grazie alla professionalità dei magistrati di Palermo, tanto “le talpe” alla DDA, che Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri sono stati condannati. A Catanzaro, invece, tutti gli indagati sono stati prosciolti ed ora siamo imputati a Roma io e l’ex pubblico ministero Luigi de Magistris, che conduceva le indagini. Giovedì 28 aprile, alle ore 9, all’aula del Gup del Tribunale di Roma, si terrà l’udienza preliminare. Vi terrò costantemente informati sugli sviluppi del processo. Confermo la mia piena fiducia nella Giustizia e con la stessa dignità con cui per tanti anni mi sono presentato nelle aule di giustizia, mi presenterò per la seconda volta al Tribunale di Roma nella veste di imputato, sicuro di potere dimostrare anche in questo caso la mia innocenza.

Ringrazio in primo luogo mia moglie, i miei familiari ed i tanti, tantissimi amici che mi sono stati vicini in questi anni con affetto e sincera solidarietà e che hanno avuto fiducia in me, al pari di quella che io, con loro, abbiamo nella Giustizia. Ringrazio Marco Travaglio e i giornalisti de il Fatto Quotidiano, che sono stati gli unici a dare delle informazioni vere e puntuali sulla mia vicenda. Altri hanno saputo solo tuonare a sei colonne nelle prime pagine dei giornali sulla mia incriminazione, senza scrivere nemmeno una breve quando sono stato assolto.

Per chi ancora non l’avesse capito, questa è l’ennesima conferma della compromissione col regime dei tanti pennivendoli, alcuni dei quali osano persino spacciarsi come “giornalisti di sinistra”, nel tentativo di dissimulare il portafoglio che riempiono a “destra”. Se il mio sacrificio potrà servire a far riflettere quanti ancora non hanno capito qual è il vero “scandalo” dell’Italia, sono contento di avere patito queste sofferenze. Esposto al ludibrio degli italiani, insultato, indagato, perquisito, destituito dalla Polizia ed ora anche imputato, nonostante il sommarsi delle prime ed ampie assoluzioni.

Con questo spirito io - il più grande scandalo della storia della Repubblica – mi presenterò rispettosamente davanti al mio giudice per farmi processare, con la stessa dignità con la quale nel lontano 1988 ho iniziato la mia collaborazione con la Giustizia a fianco di Giovanni Falcone.

mercoledì 13 aprile 2011

Accessi abusivi alla SIATEL: Genchi assolto dal GUP di Roma perchè il fatto non sussiste

Si è conclusa alle 15 e 15 l'udienza del GUP del Tribunale di Roma Marina Finiti del processo a carico del dr. Gioacchino Genchi per i presunti accessi abusivi alla SIATEL oggetto delle contestazioni formulate dalla Procura di Roma nel marzo del 2009 con la perquisizione ed il sequestro del suo archivio.

Alla base delle indagini il rapporto del direttore dell'Agenzia delle Entrate Stefano Crociata e gli accertamenti del Reparto Tecnico del ROS, diretto dal colonnello Pasquale Angelosanto.

A Genchi erano state contestate le attività di accertamento nei processi più importanti degli ultimi anni.

Fra questi l'interrogazione relativa al nominativo del maresciallo del ROS Giorgio Riolo - poi arrestato e condannato dalla Cassazione nel famoso processo alle "Talpe alla DDA di Palermo" - e quella sulla fantomatica Maddalena Carollo, la fantomatica intestataria della scheda GSM coperta fornita all'allora presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro da Francesco Campanella per i contatti riservati con Riolo e Borzacchelli, da cui sono partite le indagini sulle "Talpe".

Genchi, difeso dall'avv. Fabio Repici, ha dimostrato la legittimità di tutti gli accessi alla SIATEL, necessari per l'identificazione dei soggetti poi indagati e condannati per gravissimi reati, dall'omicidio alle strage, dal traffico di stupefacenti alla mafia, dai vari Tribunali e Corti d'Assise che avevano utilizzato le risultanze del suo lavoro quasi in tutta Italia.

Dopo una breve camera di consiglio di pochi minuti e dopo un calvario giudiziario di oltre due anni, il GUP Marina Finiti ha pronunciato la sentenza: assolto perché il fatto non sussiste.

Genchi, al termine dell'udienza, ha dichiarato: "Ormai anche i bambini hanno capito che la montatura del "caso Genchi", dopo le anticipazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che mi aveva definito il "più grande scandalo della Repubblica", serviva solo a bloccare la mia collaborazione con l'Autorità Giudiziaria nelle più importanti inchieste che si stavano facendo in Italia.

"Nonostante tutto non ho mai perso la mia fiducia nella giustizia. Mi sono presentato davanti al mio giudice e mi sono fatto processare, come loro volevano. La cosa che oggi mi rende più orgoglioso è che anche il pubblico ministero d'udienza (la dr.ssa Maria Cristina Palaia) ha chiesto la mia assoluzione con formula piena."



lunedì 11 aprile 2011

Gioacchino Genchi a Novellara (RE), lunedì 16 maggio 2011, ore 21:00

Lunedì 16 maggio 2011, alle ore 21:00, a Novellara (RE), alla sala Polivalente di Viale Montegrappa, parteciperò all'incontro sul tema "LEGITTIMO IMPEDIMENTO - La legge (non) è uguale per tutti?", organizzato dal Circolo del Partito Democratico di Novellara.
Coordineranno la serata Milena Saccani Vezzani e Alessandro Baracchi.

venerdì 1 aprile 2011

Gioacchino Genchi a Rende (CS), sabato 16 aprile 2011, ore 18:00

Sabato 16 aprile 2011, alle ore 18:00, a Remde (CS), al Salone della "Casa di Roberta" della Fondazione Roberta Lanzino, in Via Verdi n. 5, parteciperò all'incontro sul tema "Mafia e Stato: verbo o congiunzione?".
Interverrà l'on. Francesco Granata, Vice Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
L'incontro è organizzato dal mio amico avv. Francesco Siciliano, candidato a sindaco di Rende nella lista FLI.