giovedì 23 dicembre 2010

Che strano modo di dimettersi


Che strano modo di dimettersi
di Gioacchino Genchi, dal blog de "il Fatto Quotidiano" del 23 dicembre 2010


L'ultima sceneggiata parlamentare, con annesso pianto, deve fare molto riflettere sulla deriva della politica italiana.

Il ministro Prestigiacomo, in rotta col suo partito, col Governo di cui fa parte e col gruppo parlamentare che lo sostiene, ha deciso di dimettersi dal Pdl ma non da ministro.

Il suo modo di rimanere attaccata alla poltrona non risponde certo alle nobili tradizioni della politica italiana.

A suo favore c'è solo il fatto che anche altri, prima di lei, si sono dimessi dal Pdl e hanno cercato dirimanere attaccati alla poltrona che solo grazie al Pdl avevano ottenuto.

E' lontano il ricordo di quel 26 luglio 1990, quando ben cinque ministri della sinistra Dc e tredici sottosegretari si dimisero in blocco dal governo per i contrasti sulla legge sull'emittenza televisiva.

Andreotti li sostituì senza batter ciglio dopo pochi minuti.

In quel momento in molti abbiamo capito che i poteri forti stavano cambiando casacca e che si stava spianando la strada all'ascesa di Berlusconi.

Le stragi del 1992 e del 1993, fatte con l'aiuto della mafia, ce lo hanno confermato.

Oggi, per assurdo, coloro che per convenienza personale e opportunità politica hanno aiutato Berlusconi a diventare quello che è si ergono a paladini dell'anti berlusconismo, vuoi che si chiamino Prestigiacomo, Carfagna, Fini o Bocchino.

A poco vale il fatto che la loro conveniente consapevolezza del passato ed i loro errori del presente siano l'unica vera forza di Berlusconi, che gli consente ancora di fare quello che vuole.

E così il ministro Prestigiacomo, sfiduciata dal suo stesso gruppo, anziché piangere per il disastro ambientale che ha creato in Italia e dimettersi da ministro, si dimette dal Pdl che l'ha portata in Parlamento ed al Governo.

Probabilmente sta guardando ad altri lidi, dove forse le verrà più facile far realizzare in Sicilia i tre mega inceneritori a cui tanto tiene.

Di tutto questo, però, nessuno dice nulla.

E mentre i falchi, le colombe e le quaglie si alternano nei ruoli, le diplomazie sono già al lavoro per farla rientrare nei ranghi.

Io però mi chiedo: se la Prestigiacomo non vuole dimettersi da ministro, avrà quanto meno restituito l'Ipad?

lunedì 20 dicembre 2010

La fobia degli arresti di Gasparri


La fobia degli arresti di Gasparri
di Gioacchino Genchi, dal blog de "il Fatto Quotidiano" del 20 dicembre 2010


Era da un po’ che non assistevamo ad una delle solite performance di Gasparri.

Tolta la museruola dopo il voto di fiducia al governo e venuto meno l’effetto dei sedativi per non irritare le quaglie di Fli, il capogruppo dei senatori del Pdl è ritornato a manifestare il peggio di sé. L’ultima sparata è stata quella degli arresti preventivi per i manifestanti riottosi al suo regime. Qualcuno lo ha liquidato con l’epiteto di fascista, ma forse è troppo poco e probabilmente è quello che lui voleva sentirsi dire.

Se ci fate caso, nell’escalation delle esternazioni di Gasparri, l’invocazione di arresti, di manette, del carcere e della corte marziale rappresenta la punta più alta delle sue stupidaggini.

Chi scrive lo ha imparato bene ed a sue spese. Era il 22 gennaio del 2009. Da qualche giorno, riferendosi a me, Berlusconi aveva annunciato ad Olbia che stava per scoppiare “il più grande scandalo della storia della Repubblica”. Gasparri gli ha subito fatto eco invocando “la corte marziale”. Dopo che gli avevo risposto per le rime, il 26 gennaio 2009 ha dichiarato all’Ansa: “Il signor Gioacchino Genchi invece di dare consigli alle persone perbene si rechi volontariamente in Procura, o meglio ancora in un carcere a sua scelta”.

Quando gli ho ribadito che diceva solo delle sciocchezze e che il mio operato era cristallino, il 30 gennaio 2009 Gasparri ha dichiarato all’Ansa: “Se Genchi è cristallino sarà pure vero che gli asini volano. La smetta di dire sciocchezze e si metta da solo le manette. I Ros hanno provato che siamo di fronte a fatti senza precedenti. Le sanzioni dovranno essere anch’esse senza precedenti”.

Dopo che il Tribunale del Riesame di Roma, con due distinte ordinanze, ha annullato i sequestri e le perquisizioni del ROS, che dovevano rappresentare il fiore all’occhiello per il Procuratore aggiunto Achille Toro, la sera del 10 aprile 2009 Gasparri ha dichiarato alle agenzie “Altro che dissequestri. Servirebbero manette. Anche per il protettore di Stato di chi ha commesso abusi indicibili. Ci sarà tempo e verità per tutto e per tutti”. Il riferimento e la minaccia era rivolta al capo della Polizia, che non ha tardato a prendere provvedimenti.

Quando, poi, in un’intervista avevo considerato che in fondo a Gasparri non avevo mai sentito dire nulla di intelligente, nemmeno al telefono, il 7 maggio 2009 ha ribadito alle agenzie che io dovrei “stare in carcere e non a piede libero”.

L’ultima performance Gasparri l’ha poi fatta il 22 marzo 2010, definendo il questore della Capitale “in preda a stress o crisi etilica”, solo perché, con molta benevolenza, aveva stimato in 150mila le persone alla manifestazione del Pdl a Piazza San Giovanni. Verdini aveva affermato senza esitazione che erano più di un milione e quindi non lo si poteva contraddire. Nemmeno il calcolo dei metri quadri di Piazza San Giovanni lo ha convinto.

D’altronde Verdini di milioni se ne intende. Probabilmente in quell’occasione ha confuso i militanti del Pdl con uno dei 60 milioni di euro degli affidamenti sospetti della sua banca, rilevati dagli ispettori della Banca d’Italia.

E visto che nessuno di loro va in galera, né si fa processare, è giusto, quindi, che ad essere arrestati siano gli studenti, i servitori dello Stato onesti e coloro che ancora in Italia hanno il coraggio di mantenere la schiena dritta e non piegarsi a questo regime.

martedì 14 dicembre 2010

Gioacchino Genchi a Sciara (PA), domenica 19 dicembre 2010, alle ore 18:30


Domenica 19 dicembre 2010, alle ore 18:30, al Circolo Castelreale di Sciara (Palermo), parteciperò alla presentazione del libro "Il caso Genchi - Storia di un uomo in balia dello Stato", di Edoardo Montolli, Aliberti Editore.

lunedì 13 dicembre 2010

Santa Lucia che Berlusconi ci porti via


Santa Lucia che Berlusconi ci porti via
di Gioacchino Genchi, dal blog de "il Fatto Quotdiano" del 13 dicembre 2010

Sin da quand’ero bambino ricordo, come tutti i siciliani, la ricorrenza di Santa Lucia.

La cuccia, le arancine e le panelle, allietavano la giornata del 13 dicembre, dedicata ai festeggiamenti della Martire siracusana, protettrice della vista.

Lucia fu decapitata nel 304 d.C. quando aveva 21 anni per la sua fierezza di proclamarsi cristiana.

Esposta al ludibrio dinanzi all’Arconte Pascasio, in ginocchio, prima di essere decapita, annunciò la destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa.

A parte la rima del titolo del post, il presagio di Santa Lucia è un’occasione di riflessione in uno dei momenti più importanti della storia d’Italia.

Domani, in Parlamento, si decideranno le sorti del governo Berlusconi.

La decisione, purtroppo, è affidata a molti parlamentari privi di dignità e di coerenza. A gente pronta a vendersi per un piatto di lenticchie. A figuri improbi e abietti che debbono la loro nomina in Parlamento all’assurdo di questa legge elettorale.

Per gli italiani onesti, quindi, non rimane che sperare.

Forse l’intercessione della Santa di Siracusa riuscirà a dare “la vista” a quei parlamentari del centrodestra accecati da Berlusconi, come tanti, tantissimi, italiani onesti che l’hanno votato.

Già il primo miracolo Santa Lucia lo ha fatto nel consentirci di vedere quali sono i Giuda fra i parlamentari del centrosinistra che si sono dichiarati pronti a sostenere Berlusconi. Per questo non considero affatto la cosa una iattura, anche se Berlusconi dovesse avere la fiducia.

Non mi sorprendo nemmeno che fra coloro che dentro Fli ambivano a distinguersi fra “falchi” e “colombe” stiano volando delle “quaglie”. Non ci si può meravigliare, infatti, che certi uccelli non riescano a volare alto.

Auguriamoci, quindi, che la profezia della fine di Diocleziano possa avverarsi domani con la fine di Berlusconi.

Auguriamoci pure che la Santa miracolosa possa ridare la vista ai tanti italiani accecati da Berlusconi quando – speriamo presto – ritorneranno a votare per un Parlamento dove non ci dovrà essere più posto per coloro che hanno fatto della corruzione e della prostituzione, fisica e morale, la loro forza e loro ragione di vita.

mercoledì 8 dicembre 2010

Gioacchino Genchi il 10 dicembre al Paladozza di Bologna allo spettacolo “Il Dittatore del Bunga Bunga”. Ore 20:30 su Current, canale 130 di SKY


Il 10 dicembre alle 20:30, al Paladozza di Bologna
serata di informazione e spettacolo (ingresso libero)

"Il Dittatore del Bunga Bunga"
LUI VA IO RESTO

Conduce David PARENZO

Antonio DI PIETRO - Marco TRAVAGLIO Sergio RIZZO - Gioacchino GENCHI - Bruno TINTI - Antonio INGROIA
con la partecipazione di Andrea MINGARDI - Antonio CORNACCHIONE VAURO e le sue vignette DARIO FO & Franca RAME
L'evento sarà trasmesso in diretta su Current
sul canale 130 di SKY

venerdì 3 dicembre 2010

Gioacchino Genchi a Modena, sabato 4 dicembre 2010


A chi mi vuole intimidire o pensa di mettermi il bavaglio faccio sapere che non ho alcuna intenzione di arrendermi.

Ecco perché sabato 4 dicembre 2010, alle ore 21:30, al teatro "la Tenda" di Modena, in Viale Monza (angolo Viale Monte Kosica, di fronte la stazione delle corriere), parteciperò alla presentazione del libro "Il caso Genchi: storia di un uomo in balia dello Stato", di Edoardo Montolli, Aliberti Editore.

La manifestazione è organizzata dal "Popolo Viola" di Modena, in collaborazione con "Libertà e Giustizia", con l'Associazione culturale "L'Asino che vola" e il Movimento "Agende Rosse".

Gioacchino Genchi a Modena, sabato 4 dicembre 2010

A chi mi vuole intimidire o pensa di mettermi il bavaglio faccio sapere che non ho alcuna intenzione di arrendermi.

Ecco perché sabato 4 dicembre 2010, alle ore 21:30, al teatro "la Tenda" di Modena, in Viale Monza (angolo Viale Monte Kosica, di fronte la stazione delle corriere), parteciperò alla presentazione del libro "Il caso Genchi: storia di un uomo in balia dello Stato", di Edoardo Montolli, Aliberti Editore.

La manifestazione è organizzata dal "Popolo Viola" di Modena, in collaborazione con "Libertà e Giustizia", con l'Associazione culturale "L'Asino che vola" e il Movimento "Agende Rose".

Gioacchino Genchi a Palazzolo sull'Oglio (BS), domenica 5 dicembre 2010

A chi mi vuole intimidire o pensa di mettermi il bavaglio faccio sapere che non ho alcuna intenzione di arrendermi.

Ecco perché domenica 5 dicembre 2010, alle ore 16:30, all'Aula magna della scuola elementare "G.A. Calignani" di Piazzale Mazzini b. 11 (Mura) di Palazzolo sull'Oglio (BS), parteciperò con i miei amici e concittadini Mario Cicero (Sindaco di Castelbuono) e Daniele Marannano (Fondatore del Comitato Addio Pizzo) alla manifestazione del titolo "Io non ci sto: testimoni di legalità". Interverrà Gaspare D'Angelo, del Comitato Felicia e Peppino Impastato di Bergamo.

La manifestazione è organizzata dalla Sezione "Vasco Toti" dall'A.N.P.I., dalla Sezione "Riccardo Mosca" del Gruppo Giovanile "Nuova Resistenza" e dal "Circolo Dopolavoro Comunale" di Palazzolo sull'Oglio.

giovedì 2 dicembre 2010

Cronaca del Consiglio centrale di disciplina della Polizia di Stato

Ieri, al Ministero dell'Interno, si è tenuta la seduta del Consiglio centrale di disciplina della Polizia di Stato, chiamato a decidere sulla mia destituzione dalla Polizia di Stato.

Ho registrato una particolare attenzione nei componenti della commissione e questo mi dà ancora fiducia nell'attesa della decisione.

Ormai è solo una questione di giorni e vedremo se io sarò cacciato dalla Polizia o se qualche altro sarà cacciato da Palazzo Chigi.

Se questo accadrà, penso che le mie aspettative di Giustizia, come quelle di tutti gli italiani onesti, troveranno più agevole accoglimento.

Per 7 ore ho replicato alle assurde contestazioni con cui si è cercato di completare il progetto della mia delegittimazione di uomo dello Stato.

Da uno spiraglio della finestra del corridoio si percepivano le voci del megafono dei giovani che sono venuti a sostenermi.

A loro, ai mie figli, ai tanti italiani onesti ed a quanti sono morti per una Italia migliore, devo la forza con cui mi batterò con tutte le mie forze per impedire che questo accada.

Ho concluso il mio intervento confermando che se dovessi essere destituito dalla Polizia di Stato, dal giorno dopo mi batterò con tute le mie forze per rientrare al Ministero dell'Interno "dall'ingresso principale".

Anche se non ho mai morso al polpaccio un poliziotto, non riesco a trovare una sola ragione per pensare di non averne i titoli.

mercoledì 1 dicembre 2010

Grazie di cuore!

Ringrazio di cuore gli amici che mi sono vicini in uno dei momenti più difficili della mia vita. Affronterò il giudizio con la serenità con cui ho sempre svolto il mio lavoro e con l"orgoglio di chi non rinnega i suoi principi.
Probabilmente riusciranno a togliermi la divisa da poliziotto ma non saranno capaci di annullare la mia dignità di uomo e l'ostinazione per la ricerca della Verità.