martedì 29 settembre 2009

Roma, agende rosse, occorre un audace passo in avanti: dialogo, linea politica e impegno per lavoro, scuola e sanità

Roma, agende rosse, occorre un audace passo in avanti: dialogo, linea politica e impegno per lavoro, scuola e sanità

lunedì 28 settembre 2009.

La manifestazione delle agende rosse è andata molto bene. Tanti, a Roma, il 26 settembre.

Ragazzi e meno giovani hanno risposto all'appello di Salvatore Borsellino, uomo straordinario, che nella capitale ha voluto riproporre il raduno dello scorso 19 luglio a Palermo, per la verità su via d'Amelio (1992) e le stragi collegate. Debole e immobile lo Stato, i cui assetti dipendono dai rapporti di quegli anni con la mafia.

Oggi è difficile ravvivare le piazze, nell'indifferenza e sfiducia generale. Intanto perché sostituite dagli spazi virtuali; dell'eguaglianza digitale, bella ma anche apparente e pericolosa. Soprattutto c'è la crisi: mancano i soldi, che servono per spostarsi, partecipare, reagire.

Presente a Roma, ho contribuito come gli altri. Dovevamo esserci, alimentare l'impegno di Palermo, dimostrare che la memoria è attiva, che non sta nelle parate e non cede alla pedagogia della tv (lezioni istituzionali di piduisti, statistiche incontrollate, stupidità naturale, bellezza finta e vuota).

La politica è a un bivio cruciale, l'Italia smembrata e repressa. Dunque, mai come oggi, la società civile, di cui bisogna discutere seriamente, può permettersi il silenzio e la delega.

Il punto, mentre inizia a vedersi quella "bellezza del fresco profumo di libertà" indicata da Paolo Borsellino, è che i movimenti sono spesso solitari e confusi, disorganizzati.

Fin qui, il denominatore comune del "popolo delle agende rosse" è stato un senso puro di legalità e giustizia; in un Paese governato, sigle a parte, da profittatori, affaristi e maharajah. A livello centrale e periferico, dentro i palazzi dei colli e nei municipi spersi e degradati; Petilia Policastro, Rocca di Neto, Isola Capo Rizzuto o Amantea, per offrire esempi pratici, periferici, d'un dramma collettivo inavvertito.

Finora, ci siamo ritrovati nei cortei. Con striscioni, megafoni, motti e spirito civici, sostenendo a ragione una magistratura ammanettata, scorporata, spaventata e massacrata; prima uccisa col tritolo, poi col terrore e la propaganda, i due strumenti del totalitarismo applicato.

Abbiamo seguito un percorso. In modo spontaneo, per esigenza di democrazia, la quale non esiste più se, come ricordava Leonardo Sciascia, la Costituzione è tecnicamente di carta.

Allo scetticismo intransigente può bastare, a riprova, la mera constatazione di come nasce il Parlamento e, assieme, l'urlo flaccido d'un precariato sconfitto e agonizzante; sgretolato il fondamento della Repubblica, il lavoro. La sovranità popolare s'è dissolta perché oggi è cultura l'inganno, l'effimero, lo spasso, mentre l'intelligenza è confinata e oscurata con rigore scientifico.

Ho l'impressione, però, che anche noi non siamo abbastanza resistenti rispetto allo stordimento del sistema, che non è soltanto apparati e strutture di potere.

Il sistema è un modo di pensare e vivere, un linguaggio dominante, un metodo di orientamento e ordinamento sociale.

Lo dico nella speranza di fornire uno spunto di riflessione, perché il prossimo appuntamento non ci veda sguarniti.

Non c'è rivoluzione senza utopia, senza bussola, senza meta. Senza fiducia.

Dovremmo anche essere capaci di sostituire l'attuale classe dirigente, di assumerci la responsabilità d'una sfida al di là della denuncia e della contestazione, che, seguendo Chomsky, riconosco come necessarie.

Dovremmo fare un passo avanti. Certo è indispensabile informare, sensibilizzare, aggregare, combattere le mafie, istituzionalizzate e armate. Occorre riattivare speranze ed energie civili, ma è bene iniziare a parlarci, superando certe divisioni interne e la tentazione di individualismi e protagonismi, insensati quanto dannosi.

Attorno a un nucleo di princìpi, valori e ideali, occorre costruire un progetto politico. Vero e fattibile.

La mia proposta è che il nostro impegno per la legalità e la giustizia si articoli nella pratica; che l'eredità di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonino Scopelliti e gli altri servitori dello Stato, che ricordiamo per moralità e coraggio, si concretizzi in un'iniziativa politica dal basso. Il che implica una direzione.

Dobbiamo essere capaci di produrre una cultura del rispetto delle regole, della tolleranza, della solidarietà. Dobbiamo scegliere che mondo vogliamo. Non ci bastano solo i riferimenti ideali(stici), che costituiscono il paradigma comune e il punto di partenza d'una condivisione nobilmente politica.

Credo che non si possa e debba disperdere quanto sin qui costruito con sacrifici, rischi, rinunce, bellezza morale e spirituale.

Ritengo che una splendida testimonianza di vita, altruismo e ingegneria sociale l'abbia data proprio Salvatore Borsellino; girando l'Italia a proprie spese, coinvolgendo le nuove generazioni, ascoltandole, responsabilizzandole.

Forse è giunto il momento di coordinarci maggiormente e di darci una linea, di affrontare pure questioni ed emergenze direttamente connesse alla giustizia e alla democrazia, per cui ci battiamo ogni giorno.

Non può esserci democrazia se il diritto al lavoro, il diritto all'istruzione e il diritto alla salute sono compr(om)essi, subordinati a volontà oligopolistiche e teocratiche.

Io vorrei che come antimafia civile ci prodigassimo, per esempio, anche per i precari della scuola, colpita da licenziamenti ingiusti, inaccettabili, spacciati per buoni nella situazione attuale. Mi piacerebbe che ci impegnassimo per la sanità pubblica, la libertà di cura, la dignità della vita.

E vorrei che guardassimo al Sud, lontano dall'Italia; alla Calabria, la mia terra, la terra degli avvelenamenti, delle scorie, dei rifiuti, della 'ndrangheta e dei ricatti per l'occupazione. Dimenticata, scaricata, complicata. Un inferno in ombra, un modello di speculazione e rovina, perversione e asservimento. Nonostante le buone volontà, che ci sono, e la sana ribellione di chi parla e documenta, lavora e non si piega.

Emiliano Morrone

http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=4408

lunedì 21 settembre 2009

Aggiornamento del calendario degli interventi delle prossime settimane

A richiesta dei numerosi amici che mi scrivono, riepilogo il calendario degli incontri a cui parteciperò nelle prossime settimane, sui temi della giustizia, della legalità e dell'informazione, in attesa dell'uscita del libro …:
  
 
"Intercettazioni: quale verità?" - Pordenone, 21-09-2009, ore 20,45
Il 21 settembre 2009 (lunedì), alle ore 20,45, all'Auditorium della Regione di Pordenone (Via Roma, 1), parteciperò all'incontro organizzato dall'Associazione culturale "Il Sicomoro" sul tema: "Intercettazioni: quale verità?" Modera Monica Centofante, della redazione di "Antimafiaduemila".
 
 
"Verità e legalità" – Treviso, 22-09-2009, ore 20,30
Il 22 settembre 2009 (martedì), alle ore 20,30, nella sala convegni dell'Hotel Ca' del Galletto di Treviso, in Via S. Bona Vecchia 30, parteciperò con Benny Calasanzio all'incontro organizzato dagli amici di Beppe Grillo di Treviso sul tema: "Verità e legalità".
 
 
"La valenza del supporto informatico nelle inchieste giudiziarie" - Villafranca di Verona, 23-09-2009, ore 8,30
Il 23 settembre 2009 (mercoledì), dalle 8,30, terrò una relazione agli studenti delI'Istituto di istruzione superiore statale "Ettore Bolisani" di Villafranca di Verona (in Via Marsala), sul tema "La valenza del supporto informatico nelle inchieste giudiziarie".
 
 
24-09-2009, dalle 6,00 alle 8,30, Gioacchino Genchi su CANALE ITALIA
Il 24 settembre 2009 (giovedì), dalle 6,00 alle 8,30 del mattino, parteciperò alla trasmissione televisiva "Notizie Oggi", condotta da Gianluca Versace su "CANALE ITALIA", in onda tanto in chiaro che sul canale Sky 883. Avrò il piacere di rispondere in diretta alle domande dei telespettatori, che potranno intervenire chiamando il numero 049 63 11 11.
 
 
"Mafia e Stato: guerra o compromesso?" – Ravenna, 24-09-2009, ore 21,00
Il 24 settembre 2009 (giovedì), alle ore 21,00, alla Sala d'Attore di Ravenna, parteciperò con Benny Calasanzio all'incontro organizzato dall'associazione "punto a capo" sul tema: "Mafia e Stato: guerra o compromesso?".
 
 
"Manifestazione contro tutte le mafie" - Latina, 25-09-2009, ore 17
Il 25 settembre 2009 (venerdì), a Latina, parteciperò alla manifestazione del "Comitato di lotta alla mafia" per lo scioglimento dell'amministrazione del Comune di Fondi ed in solidarietà al Prefetto di Latina.
 
 
 
"Manifestazione Agenda Rossa" - Roma, 26-09-2009
Il 26 settembre 2009 (sabato), a Roma, parteciperò con Salvatore Borsellino alla manifestazione dell'Agenda Rossa.
 
 
"Stragi di Mafia o Verità nascoste?" – Rho (MI), 03-10-2009, ore 20,30
Il 3 ottobre 2009 (sabato), alle ore 20,30, all'Auditorium comunale di Via Meda di Rho (MI), parteciperò con Salvatore Borsellino all'incontro organizzato dall'associazione "Comitato per la Costituzione", dal titolo "Stragi di Mafia o Verità nascoste?"
 
 
"Stato e Mafia: storie di compromessi" – Bergamo, 04-10-2009, ore 17,30
Il 4 ottobre 2009 (domenica), alle ore 17,30, presso il Caffè letterario di Via San Bernardino n. 53, a Bergamo, parteciperò con Salvatore Borsellino all'incontro organizzato dal Comitato "Bergamo a 5 Stelle" e dagli amici di Beppe Grillo di Bergamo e provincia, dal titolo "Stato e Mafia: storie di compromessi".
 
 
"Mafia e Stato" – Ferrara, 09-10-2009, ore 20,30
Il 9 ottobre 2009 (venerdì), alle ore 20,30, presso il Teatro Boldini di Ferrara, nel ciclo del programma della manifestazione "Mafia e Stato", parteciperò alla presentazione del libro "Mafia Pulita" di Elio Veltri e Antonio Laudati. Oltre agli autori, interverranno alla manifestazione: Il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliati, la presidente della Provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra, l'on. Pasquale Ciriello, i magistrati Clementina Forleo, Carlo Negri, Francesco Caruso, Rosario Minna, Paolo Maiorana, nonché il questore di Ferrara, Salvatore Longo e l'avv. Franco Romani, Presidente della Camera Penale di Ferrara.
 
 
"A colloquio con la Giustizia" - 11-10-2009, ore 18,00, Modugno (Bari)
L'11 ottobre 2009 (domenica), alle ore 18,00, presso la "Sala Romita" di Modugno (Bari), parteciperò con la scrittrice e giornalista Antonella Mascali, alla tavola rotonda organizzata dalla scuola di formazione politica "Antonino Caponetto" dal titolo "A colloquio con la Giustizia", nel ciclo delle manifestazioni del "Caffè letterario".
 
 
"In corso di programmazione: Convegno ex ATU - Gli informatici esternalizzati del Ministero della Giustizia" - 27-10-2009, ore 17,30, Palermo

 
"In corso di programmazione" - 05-11-2009, ore 21,00, Giulianova (TE)
 
 
"In corso di programmazione" - 06-11-2009, ore 17,00, Teramo
 
 
"In corso di programmazione" - 06-11-2009, ore 21,00, Pescara
 
 
"Mafia e Stato" – Ferrara, 04-12-2009, ore 20,30
Il 4 dicembre 2009 (venerdì), alle ore 20,30, presso il Teatro Boldini di Ferrara, nel ciclo del programma della manifestazione "Mafia e Stato", parteciperò alla presentazione del libro "Per non morire di mafia" di Piero Grasso. Oltre all'autore, interverranno alla manifestazione: Il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliati, la presidente della Provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra, l'on. Pasquale Ciriello, i magistrati Clementina Forleo, Carlo Negri, Francesco Caruso, Rosario Minna, Paolo Maiorana, nonché il questore di Ferrara, Salvatore Longo e l'avv. Franco Romani, Presidente della Camera Penale di Ferrara.
 
 
"Serata della legalità contro le mafie" – San Benedetto del Tronto (AP), 11-12-2009, ore 21,15
L'11 dicembre 2009 (venerdì), alle ore 21,15, presso l'Auditorium comunale "Giovanni Tebaldini" di San Bendetto del Tronto (AP) di Via De Gasperi n. 120, parteciperò con Salvatore Borsellino, Pino Masciari e Valentina Culcasi, alla "Serata per la legalità contro le mafie", organizzata dall'Associazione Culturale I Care.
 
 

... si aggiungeranno altri eventi …, che aggiornerò nello stesso post…


sabato 19 settembre 2009

Catturato il boss Salvatore Bagliesi di Maria Loi – 19 settembre 2009


Catturato il boss Salvatore Bagliesi

di Maria Loi – 19 settembre 2009

 

Partinico. E' stato arrestato questo pomeriggio Salvatore Bagliesi, classe '58, personaggio vicino alla cosca dei Vitale di Partinico.

 

Era latitante dalla fine del 2008 quando era stato condannato per l'omicidio di Francesco Paolo Alduino e Roberto Rossella.

Bagliesi era stato assolto in primo grado, ma il 9 dicembre 2008 il collegio presieduto da Innocenzo La Mantia, a latere Alfredo Montalto, ha accolto il ricorso presentato dal Pm Francesco Del Bene e dal procuratore generale Daniela Giglio.La sentenza di condanna è diventata definitiva il 9 luglio 2009 in seguito alla decisione della Cassazione che ha rigettato il ricorso del Bagliesi a quella Corte.

Bagliesi dopo la lettura della sentenza si è allontanato dall'aula e da quel momento si è dato alla latitanza.

Determinante per risalire alla responsabilità dell'imputato è stata una perizia del consulente informatico Gioacchino Genchi, che ha accertato che la mattina del delitto, così come aveva sostenuto il pentito Michele Seidita, Bagliesi si trovava nella zona in cui fu commesso il duplice omicidio, cioè nel panificio gestito da Alduino.

Smentendo così le dichiarazioni di  Massimiliano Suriano che aveva testimoniato di essere stato in  compagnia di Bagliesi sin dalle prime ore di quel 10 aprile 1999, impegnati al mercato ortofrutticolo nel trasporto e scarico di un  camion di arance proveniente da Ribera.

Quando i Carabinieri hanno circondato la sua abitazioneBagliesi ha cercato di scappare ma è stato subito bloccato.

 

ARTICOLO CORRELATO:

Con l'alibi delle arance

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/15186/84/

 

MAFIA: PARTINICO, ARRESTATO LATITANTE CONDANNATO PER DUPLICE OMICIDIO

MAFIA: PARTINICO, ARRESTATO LATITANTE CONDANNATO PER DUPLICE OMICIDIO

PARTINICO (PALERMO) (ITALPRESS) - I Carabinieri della Compagnia di Monreale (PA) hanno arrestato il latitante Salvatore Bagliesi, 51 anni. L'uomo, ritenuto un affiliato al clan mafioso Vitale - Fardazza di Partinico, era stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'appello dal capoluogo siciliano all'ergastolo per il duplice omicidio di Roberto Rossello e Francesco Paolo Alduino. I fatti risalgono al 1999. Determinante, per la condanna, fu una perizia dell'esperto informatico Gioacchino Genchi, che aveva dimostrato la presenza dell'arrestato sul luogo del delitto. Bagliesi e' stato catturato a Partinico ed era latitante dal mese di dicembre 2008. (ITALPRESS). col 19-Set-09 20:06

martedì 15 settembre 2009

I falsi "trenini" del Giornale

http://www.youtube.com/watch?v=fFXn-lA_GLY

Ma quale "povera Italia".

Silvio Berlusconi attacca ingiustamente la (sua) stampa senza accorgersi che, invece, questa ha il merito di cercare le notizie, scavare (a fondo) e scovare lati oscuri e contraddizioni dei personaggi pubblici. Esiste un giornalismo d'assalto, in Italia, di cui nemmeno Berlusconi si era accorto.

Eppure ce l'ha a libro paga.

La notizia del giorno, che nessuno, forse per decenza, ha avuto la faccia di firmare, appare oggi sul sito del "Giornale" di Silvio Berlusconi (il Premier più volte ha dimostrato di esserne il vero dominus a dispetto della proprietà intestata alla Finanziaria del fratello Paolo) e diretto da Vittorio Feltri.

E' ovvio che se qualcuno gli dovesse chiedere spiegazioni lui dirà di non sapere. nulla e, magari, di non sentire Feltri da mesi.

E cosa è successo di così "scottante" da dover essere raccontato?

Succede che un gruppo di ragazzi dei Meetup di Beppe Grillo, i "Grilli del Pigneto" abbia organizzato una festa, e non un festino, a Lido di Maccarese, vicino Roma, invitando l'uomo, Luigi de Magistris, e la donna,Sonia Alfanopiù votati alle ultime elezioni al parlamento europeo.

Una tornata elettorale che ha visto due stimatissime persone raggiungere uno straordinario risultato grazie alla loro specchiata moralità e alle loro capacità oggi al servizio dei cittadini italiani ed europei. Un risultato raggiunto anche grazie al sostegno della rete. Dove l'informazione, non manipolata e non "inFeltrita", circola liberamente e senza le incrostazioni del "sistema".

Quegli splendidi ragazzi, per organizzare questa festa, si sono autotassati per coprire tutte le spese organizzative e tenevano molto alla presenza degli importanti ospiti che non si sono fatti pregare.

In trenta righe di falso scoop, però, Il Giornale racconta almeno 5 bugìe infarcendo l'articolo di allusioni e parallelismi quantomeno azzardati, per non dire tristemente comici.

"Ma allora le feste non le fa solo il premier? – si domanda Il Giornale – No, anche l'opposizione balla e canta il karaoke, anche l'opposizione più feroce, quella dei Di Pietro boys and girls, alias grillini prestati al dipietrismo."

Lo scopo è difendere Berlusconi e le sue arcinote debolezze.

Nessuno potrebbe scandalizzarsi per una festa dove Berlusconi figurava tra gli invitati, a parte il compleanno di una diciottenne che lo "chiamava Papi" e sulla cui conoscenza il premier ha raccontato bugìe a raffica.

L'opinione pubblica è scossa per i "festini" di Silvio Berlusconi. Cosa ben diversa.

Sempre "Il Giornale", che vanta tra le sue file ottimi "informatori", racconta di un trenino a cui avrebbe preso parte, oltre a Sonia Alfano e Luigi de Magistris anche Gioacchino Genchi e Salvatore Borsellino.

Falso.

Salvatore Borsellino al "Paradise Villagenon c'è mai stato. E' semplicemente intervenuto telefonicamente come Beppe Grillo per salutare i ragazzi e dare conforto del loro impegno in tante battaglie che ci li vedono quotidianamente protagonisti.

Quelle per la libera informazione, contro leggi anti-democratiche, a sostegno dei magistrati onesti che in questo paese sono tanti e circondati da ostacoli.

Sottolinea la presenza di "belle ragazze", Il Giornale,  domandandosi ancora una volta se "le feste e le danze non si fanno solo nella maggioranza" dimenticando di raccontare un particolare che non è sfuggito agli ospiti né al servizio di sicurezza.

Sul finire della serata e non alle 6 del mattino come scritto, scesa da un'automobile scura e con autista, compariva tra gli invitati una ragazza molto "allegra" che si è dilettata nel farsi scattare foto.

Una giovane e bella ragazza estremamente spigliata, che sfortunatamentenessuno conosceva e nessuno aveva invitato voleva a tutti i costi essere immortalata, in pose anche poco ortodosse, al fianco degli invitati più in vista.

Lei si è allontanata, forse delusa di non aver completato la missione che le era stata assegnata.

"Il Giornale" si accontenta con le solite, grottesche, mistificazioni.

A differenza delle feste di Noemi, l'unico "minorenne" in quella festa era il figlio tredicenne di Gioacchino Genchi, Walter.

Le due uniche verità del Giornale, a conti fatti, sono rappresentate dalla presenza, sì, di belle ragazze e che, come tutti, avevano pagato 15 euro per partecipare.

Altra cosa, rispetto alle ragazze pagate per partecipare alle feste ed i festini del premier.

Particolare da non sottovalutare, inoltre, a Lido di Maccarese non ci sono state eruzioni del finto vulcano, né finte erezioni.Mancava pure il lettone di Putin.

Il trenino è vero. E' stato fatto in onore ad un giovane ragazzo costretto sulla sedia a rotelle.

Se solo gli spioni de "Il Giornale" avessero riportato l'intervento di Sonia per festeggiare il compleanno di Roberto Monaco ed il saluto ad un altro giovane disabile, forse ci sarebbe stata anche l'occasione per commuoversi.

Ma questa è solo la "verità" e come tale no può appartenere agli scoop de "Il Giornale".

Questi sono i sentimenti della gioia, dell'amicizia e della solidarietà sincerca della gente per bene, che di certo non può capire ed apprezzare chi vive solo di mistificazioni, di falsità e di ipocrisia.

La festa organizzata dai "Grilli del Pigneto" era stata intitolata "Onorevoli on the beach".

Qualcuno, rifacendosi a Villa Certosa o Palazzo Grazioli, ne aveva travisato il titolo. No. Non era "Onorevoli on the bitch".


mercoledì 9 settembre 2009

Se telefonando … (oggi più attuale di quando è stato pubblicato: il 21 marzo 2003)

Quando è scoppiato il "caso Genchi" in molti si sono chiesti il perché di tanto accanimento contro un funzionario di polizia, consulente dell'Autorità Giudiziaria, che per oltre un ventennio aveva collaborato con successo alle più importanti inchieste italiane.

A parte gli attacchi di Rutelli e di Mastella - che potevano spiegarsi, visto che le indagini di Catanzaro avevano toccato un loro amico - hanno lasciato di stucco le esternazioni del Presidente Berlusconi, quando ha parlato di me, anticipando la vigilia "del più grande scandalo della storia della Repubblica".

Oggi e nei prossimi giorni inizierete a spiegarvi il perché di tutto questo.

Il perché hanno cercato di bloccare e di distruggere un uomo e un servitore dello Stato, che aveva sempre operato alla ricerca della Verità e della Giustizia, commettendo il solo errore di ostinarsi nel pensare che la Legge fosse "uguale per tutti": per i mafiosi, i pedofili, gli extracomunitari, i politici, i potenti e financo per il Presidente del Consiglio.

Ovviamente mi sono sbagliato e per questo oggi pago le conseguenze.

In attesa dell'uscita del libro sulla mia vicenda - ormai agli sgoccioli - vi ripropongo un un articolo di Gianni Barbacetto, pubblicato sul Diario di Enrico Deaglio il 21 marzo 2003, oggi più attuale e interessante di quando è stato scritto.

Un forte abbraccio ed un arrivederci a quanti mi scrivono e mi hanno sostenuto in questi momenti difficili. Una rassicurazione per tutti: non ho alcuna intenzione di arrendermi!

Gioacchino Genchi

Se telefonando ...

C'è un contatto diretto, nel 1994, tra Silvio Berlusconi
e un uomo al lavoro per costruire il «partito di Cosa nostra».
È emerso al processo palermitano per mafia contro Dell'Utri

di Gianni Barbacetto

C'è stato un contatto telefonico diretto, nel 1994, agli albori di Forza Italia, tra Silvio Berlusconi e un uomo allora impegnato a costruire «il partito di Cosa nostra». Lo ha raccontato un consulente della procura di Palermo, Gioacchino Genchi, in una delle udienze del processo in corso nella città siciliana con imputato Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. A telefonare ad Arcore, al numero riservato di Berlusconi, alle ore 18.43 del 4 febbraio 1994, è il principe Domenico Napoleone Orsini.

Esponente dell'aristocrazia nera romana, massone
, Orsini è in contatto con il capo della P2 Licio Gelli, che va anche a incontrare a villa Wanda, ad Arezzo. Dopo una gioventù nell'estrema destra neofascista, nei primi anni Novanta Orsini si scopre leghista. Nel novembre 1993 accoglie Umberto Bossi che scende nella Roma ladrona per incontrare i suoi sostenitori nella capitale: si riuniscono nella villa di Trastevere di Gaia Suspisio per una cena e brindisi con Veuve Cliquot, costo politico centomila lire, a cui partecipano, tra gli altri, il giornalista Fabrizio Del Noce, la vedova del fondatore del Tempo Maria Angiolillo e Maria Pia Dell'Utri, moglie di Marcello. Mentre viene servita la crostata di frutta, Bossi si avventura in un comizio di tre quarti d'ora, che si conclude solo quando la brigata si trasferisce al Piper, storica discoteca romana.Orsini si impegna nella Lega Italia federale, articolazione romana della Lega nord. Ma, forte dei contatti con Gelli, lavora per un progetto più ampio: riunire tutti i movimenti «separatisti», tutte le «leghe» nate in quei mesi nel Sud del Paese. Sono per lo più uomini della massoneria a fondare in molte regioni del Sud, dalla Calabria alla Lucania, dalla Puglia alla Sicilia, piccoli gruppi che si ispirano alla Lega di Bossi. I partiti storici, Dc in testa, sono allo sbando, anche per effetto delle inchieste di Mani pulite. Molti lavorano sotto traccia per riempire quel vuoto politico, mentre le stragi del '92, in cui muoiono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e del'93, a Firenze, Roma e Milano, destabilizzano il Paese.

Il principe Orsini è tra i più attivi in quei mesi:
contatta i notabili che hanno fondato le «leghe del Sud», li riunisce, si offre come loro candidato unico alle elezioni, proponendo la costituzione di un'unica, grande «Lega meridionale», in rapporti ambivalenti con la Lega di Bossi: contrapposizione polemica, dichiarata riscossa del Sud contro il Nord, ma sostanziale alleanza e convergenza d'intenti, nel comune progetto di spezzare e frantumare l'Italia. Nello stesso periodo, qualcun altro era molto attivo negli stessi ambienti. Lo racconta Tullio Cannella, uomo molto vicino al capo militare di Cosa nostra, Leoluca Bagarella, impegnato nelle stragi: «Sin dal 1990-91 c'era un interesse di Cosa nostra a creare movimenti separatisti; erano sorti in tutto il Sud movimenti con varie denominazioni, ma tutti con ispirazioni e finalità separatiste. Questi movimenti avevano una contrapposizione "di facciata" con la Lega nord, ma nella sostanza ne condividevano gli obiettivi. Successivamente, sorgono a Catania il movimento Sicilia libera e in altri luoghi del Sud movimenti analoghi. Tutte queste iniziative nascevano dalla volontà di Cosa nostra di "punire i politici una volta amici", preparando il terreno a movimenti politici che prevedessero il coinvolgimento diretto di uomini della criminalità organizzata o, meglio, legati alla criminalità, ma "presentabili"». È la mafia che si fa partito: dopo aver constatato l'inutilizzabilità della Democrazia cristiana, che aveva lasciato diventare definitive le condanne al maxiprocesso di Palermo, Totò Riina e i suoi cercano figure «presentabili» per varare in proprio una nuova forza politica.

«Nell'ottobre 1993», continua Cannella, «su incarico di Bagarella costituii a Palermo il movimento Sicilia libera», che apre una sede in via Nicolò Gallo e ha tra i suoi animatori, oltre allo stesso Cannella, anche Vincenzo La Bua. A Catania era nata la Lega Sicilia libera, controllata da Nando Platania e Nino Strano. Programma: la separazione dall'Italia della Sicilia, che doveva diventare «la Singapore del Mediterraneo», con conseguente possibilità di varare leggi più favorevoli a Cosa nostra, bloccare i «pentiti», annullare l'articolo 41 bis dell'ordinamento carcerario che aveva introdotto il carcere duro per i mafiosi, formare in Sicilia una autonoma Corte di cassazione...

I fondatori di «cosa nuova»

Agli uomini di Cosa nostra non sfugge fin dall'inizio che questo progetto è ambizioso e di difficile realizzazione. Per questo si lasciano aperta un'altra possibilità: cercare rapporti e offrire sostegno a nuove forze politiche nazionali che stanno nascendo sulle rovine del vecchio sistema dei partiti. «Le due strategie già coesistevano», racconta Cannella, «e lo stesso Bagarella sapeva della prossima "discesa in campo" di Silvio Berlusconi».

È Forza Italia, dunque, la carta
di riserva di Cosa nostra. I suoi uomini sono informati in anticipo, attraverso canali privilegiati, dei programmi di Forza Italia. Li conoscono addirittura prima che il nome Forza Italia sia lanciato da Berlusconi sul mercato della politica. Prosegue infatti Cannella: «Bagarella, tuttavia, non intendeva rinunciare al programma separatista, perché non voleva ripetere "l'errore" di suo cognato (Riina, ndr), cioè dare troppa fiducia ai politici, e voleva, quindi, conservarsi la carta di un movimento politico in cui Cosa nostra fosse presente in prima persona. Inoltre, va detto che vi era un'ampia convergenza tra i progetti, per come si andavano delineando, del nuovo movimento politico capeggiato da Berlusconi e quelli dei movimenti separatisti. Si pensi al progetto di fare della Sicilia un porto franco, che era un impegno dei movimenti separatisti e un impegno dei siciliani aderenti a Forza Italia. Si pensi ancora che, all'inizio del 1994, da esponenti della Lega nord (Tempesta, Marchioni e il principe Orsini), con i quali avevo avuto diretti contatti, ero stato notiziato dell'esistenza di trattative fra Bossi e Berlusconi per un apparentamento elettorale e per un futuro accordo di governo che prevedeva, fra l'altro, il federalismo tra gli obiettivi primari da perseguire. Marchioni mi aveva riferito che un parlamentare della Lega nord, questore del Senato, aveva confermato che il futuro movimento, che avrebbe poi preso il nome di Forza Italia, aveva sposato in pieno la tesi federalista».

Giovanni Marchioni, un imprenditore
vicino alla Lega Italia federale, l'articolazione romana della Lega nord, ha confermato che i promotori delle «leghe del Sud» si sono riuniti a Lamezia Terme. Erano presenti, tra gli altri, La Bua e Strano per Sicilia libera, oltre ai rappresentanti di Calabria libera, Lucania libera e Campania libera. In questa occasione il principe Orsini si propone come candidato unico del futuro raggruppamento di tutte quelle organizzazioni. Orsini conferma tutto ai magistrati palermitani e ammette «di avere chiaramente intuito il tipo di interessi che Sicilia libera intendeva tutelare», scrivono i magistrati di Palermo, «specialmente dopo che Cannella gli disse esplicitamente che "occorreva tenere un discorso all'Ucciardone per poi perorare la causa del noto 41 bis dell'ordinamento penitenziario"».

Già verso la fine del 1993,
comunque, un boss di Cosa nostra impegnato in prima persona nella strategia delle stragi avverte Cannella che quella del movimento separatista non è l'unica via: «Nel corso di un incontro con Filippo Graviano, questi, facendo riferimento al movimento Sicilia libera di cui ero notoriamente promotore, mi disse testualmente: "Ti sei messo in politica, ma perché non lasci stare, visto che c'è chi si cura i politici... Ci sono io che ho rapporti ad alti livelli e ben presto verranno risolti i problemi che ci danno i pentiti». Graviano e, nell'ombra, Bernardo Provenzano, nei mesi seguenti constatano che la strada separatista non è percorribile. È in questo clima che si intrecciano rapporti frenetici tra esponenti delle «leghe» e uomini di Forza Italia.

Gioacchino Genchi è un poliziotto
esperto in analisi dei traffici telefonici. Da tempo è in aspettativa dalla Polizia e dal suo ufficio di Palermo pieno di computer svolge il ruolo di consulente per diverse procure italiane. Per quella di Palermo ha analizzato, con i suoi programmi e i suoi data base, i flussi telefonici dei protagonisti della stagione di Sicilia libera. Scoprendo nei tabulati della Telecom e degli altri gestori telefonici una serie di contatti insospettabili.

Quel 4 febbraio 1994

Il giorno chiave
è il 4 febbraio 1994. Il principe Orsini alle 10.50 telefona a Stefano Tempesta, esponente leghista vicino a Sicilia libera. Nel primo pomeriggio, alle 15.55, raggiunge al telefono Cannella, l'inviato di Bagarella nella politica. Subito dopo, alle 16.14, chiama la sede di Sicilia libera a Palermo. Alle 18.43 chiama Arcore: il numero è quello riservato a cui risponde Silvio Berlusconi. Immediatamente dopo chiama Marcello Dell'Utri. Alle 19.01 telefona di nuovo a Tempesta, che raggiunge ancora alle 19.20. Nei giorni successivi i contatti di Orsini continuano. Il 7 febbraio 1994, alle 17.34, chiama Sicilia libera. Il giorno dopo parla due volte con Dell'Utri. Il 10 febbraio alle 13.26 telefona a Cesare Previti. Il 14 febbraio contatta ancora Dell'Utri e, alle 16.04, Vittorio Sgarbi.

L'analisi al computer dei tabulati
di migliaia di telefonate, naturalmente, non può far conoscere i contenuti dei contatti. Ma rivela i rapporti, le connessioni. Un deputato regionale siciliano dell'Udc, Salvatore Cintola, per esempio, nel periodo tra il 9 ottobre 1993 e il 10 febbraio 1994 chiama 96 volte il cellulare di Tullio Cannella, l'uomo di Sicilia libera. In quei mesi cruciali a cavallo tra il '93 e il '94 sono molti i contatti tra la sede di Sicilia libera e i numeri della Lega nord, a Roma, a Verona, a Belluno. Poi, quando l'opzione «leghista» tramonta, crescono i rapporti telefonici con uomini di Forza Italia. Gianfranco Micciché, Gaspare Giudice, Pippo Fallica, Salvatore La Porta. E Giovanni Lalia, che di Forza Italia siciliana è uno dei fondatori. È lui che dà vita al club forzista di Misilmeri, che anima il gruppo che si riunisce all'Hotel San Paolo di Palermo, formalmente posseduto dal costruttore Gianni Ienna, ma considerato dagli investigatori proprietà dei Graviano e per questo confiscato. È sempre lui, Lalia, che cede il suo cellulare a mafiosi di Misilmeri, il giro di Giovanni Tubato (poi ucciso) e Stefano Benigno (cugino di Lalia, in seguito condannato per le stragi del '93).

Le analisi dei traffici telefonici
mettono in risalto anche gli intensi rapporti tra Marcello Dell'Utri e un gruppo di imprenditori siciliani attivi a Milano nel settore delle pulizie, capitanati da Natale Sartori e Antonino Currò, arrestati poi nel 1998 a Milano. Il gruppo di Sartori e Currò era a sua volta in strettissimi rapporti con il mafioso Vittorio Mangano, un tempo «stalliere» nella villa di Berlusconi ad Arcore. Un capomafia del peso di Giovanni Brusca ha testimoniato a Palermo che il tramite tra Berlusconi e Cosa nostra, a Milano, sarebbe proprio «un imprenditore nel settore delle pulizie». Chissà, si sono chiesti gli investigatori del caso Sartori-Currò, se ha a che fare con i nostri eroi. Ma per ora quell'imprenditore – ammesso che esista – è rimasto senza volto e senza nome.
Restano soltanto i fili sottili dei rapporti intrecciati, nel momento forse più drammatico della storia italiana del dopoguerra, tra gli uomini di Cosa nostra, i promotori delle leghe, i fondatori di Forza Italia. Che questi contatti ci siano stati è ormai certo. Che cosa si siano detti, quali trattative, quali eventuali promesse si siano fatti non è invece ancora dato di sapere con certezza. Il momento fondativo della cosiddetta Seconda Repubblica resta avvolto nel mistero.

Diario, 21 marzo 2003

venerdì 4 settembre 2009

Calendario degli interventi di settembre

A richiesta dei numerosi amici che mi scrivono, riepilogo il calendario degli incontri a cui parteciperò nelle prossime settimane, sui temi della giustizia, della legalità e dell'informazione, in attesa dell'uscita del libro …:
 
 
"Giustizia e Verità" – Ascoli Piceno, 18-09-2009, ore 18,00
Il 18 settembre 2009, alle ore 18,00, nella sala Docens di Piazza Roma, ad Ascoli Piceno, parteciperò con Salvatore Borsellino all'incontro organizzato dagli amici di Beppe Grillo di Ascoli Piceno sul tema: "Giustizia e Verità"
 
 
"Giustizia e sicurezza" – Vasto, 19-09-2009, ore 15,00
Il 19-09-2009, alle ore 15,00, al Palazzo D'Avalos, nella Piazza L.V. Pudente di Vasto, parteciperò all'incontro organizzato da Italia dei Valori sui temi della giustizia e della sicurezza, con Salvatore Borsellino, Luigi de Magistris e Luigi Li Gotti. Modererà il dibattito Peter Gomez
 
 
Festa dell'informazione – Mestre, 20-09-2009, ore 18,00
Il 20 settembre 2009, alle ore 18,00, al Parco Antonio Albanese di Mestre, parteciperò con Salvatore Borsellino e Benny Calasanzio alla festa dell'informazione, organizzata dagli amici di "Beppe Grillo" di Venezia, , che avrà inizio da sabato 19 settembre.
 
 
21 settembre 2009, ore 8,00-9,00, Gioacchino Genchi su "Antenna 3 Nordest"
Lunedì 21 settembre 2009, dalle 8,00 alle 9,00, parteciperò in diretta alla trasmissione "La Voce del Mattino", condotta da Fabio Fioravanzi su "Antenna 3 Nordest"
 
 
"Intercettazioni: quale verità?" - Pordenone, 21-09-2009, ore 20,45
Il 21 settembre 2009, alle ore 20,45, all'Auditorium della Regione di Pordenone (Via Roma, 1), parteciperò all'incontro organizzato dall'Associazione culturale "Il Sicomoro" sul tema: "INTERCETTAZIONI: quale verità?"
Modera Monica Centofante, della redazione di "Antimafiaduemila"
 
 
"Verità e legalità" – Treviso, 22-09-2009, ore 20,30
Il 22 settembre 2009, alle ore 20,30, nella sala convegni dell'Hotel Ca' del Galletto di Treviso, in Via S. Bona Vecchia 30, parteciperò con Benny Calasanzio all'incontro organizzato dagli amici di Beppe Grillo di Treviso sul tema: "Verità e legalità"
 
 
24-09-2009, dalle 6,00 alle 8,30, Gioacchino Genchi su CANALE ITALIA
Giovedì 24 settembre 2009, dalle 6,00 alle 8,30 del mattino, parteciperò alla trasmissione televisiva "Notizie Oggi", condotta da Gianluca Versace su CANALE ITALIA, in onda tanto in chiaro che sul canale Sky 883. Avrò il piacere di rispondere in diretta alle domande degli spettatori, che potranno intervenire chiamando il numero 049 63 11 11
 
 
"Mafia e Stato: guerra o compromesso?" – Ravenna, 24-09-2009, ore 21,00
Il 24 settembre 2009, alle ore 21,00, alla Sala d'Attore di Ravenna, parteciperò con Benny Calasanzio all'incontro organizzato dall'associazione "punto a capo" sul tema: "Mafia e Stato: guerra o compromesso?

... potrebbero aggiungersi altri eventi …, che aggiornerò nello stesso post